‘Ndrangheta: estorsioni, tre arresti a Gioia Tauro
REGGIO CALABRIA. Tre persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, con l’accusa di aver imposto, a vario titolo, condotte vessatorie nei confronti di proprietari terrieri della Piana di Gioia Tauro. In particolare, i tre costringevano le vittime a concedere loro la guardiania dei terreni e a versare ingenti somme di denaro per porre fine agli episodi di danneggiamento e di furto nelle proprietà. In carcere sono finiti Domenico Cianci, 67enne di Taurianova già detenuto in regime di 41 bis; Rocco Pesce, rosarnese di 45 anni. Ai domiciliari, invece, è finito Luigi Cutrì, 70enne di Taurianova. Le accuse, a vario titolo, sono di avere imposto condotte vessatori nei confronti di proprietari terrieri della Piana di Gioia Tauro, costringendoli a concedergli la guardiania dei terreni e a versare somme di denaro per porre fine a danneggiamenti e furti nelle proprietà. Cianci era stato già arresto lo scorso 24 marzo nell’ambito dell’operazione denominata “Vecchia Guardia”, ora è accusato di avere ricevuto sotto minaccia la somma di 4800 euro a titolo di guaridiania nel periodo tra febbraio 2010 e dicembre 2013. L’uomo aveva da poco scontato 25 anni di galera per la strage di Razzà del primo aprile 1977, nella quale durante un conflitto a fuoco furono uccisi due carabinieri della compagnia di Taurianova. Cutrì, operaio agricolo, è accusato di tentata estorsione aggravata in concorso. Secondo l’accusa avrebbe portato dal carcere messaggi di Cianci, per imporre a un altro proprietario terriero di Taurianova la guardiania, ma non vi sarebbe riuscito per la ferma opposizione della vittima. Rocco Pesce, infine, è accusato oltre che di estorsione aggravata anche di associazione mafiosa. Pesce è membro della omonima famiglia operante a Rosarno, Laureana di Borrello e zone limitrofe. Anch’egli avrebbe imposto la guardiania ai danni di un possidente.