Ne “Il trucco” di Ida Dominijanni la finzione e l’immagine berlusconiana
Il processo d’appello sul Ruby-Gate e l’assoluzione di Silvio Berlusconi non lasciano impassibili. C’è chi continua a discutere, chi ha perplessità e chi decide di scrivere un libro. È il caso della scrittrice Ida Dominijanni, oltre ad essere giornalista e saggista, ha pubblicato recentemente “Il trucco”, con sottotitolo “Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi”. Il libro è stato presentato il 29 dicembre presso il Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro. Numerosi i partecipanti che hanno introdotto l’autrice: Vittoria Amantea, Loredana Marzullo, Amelia Morica, Massimo Nisticò e l’Assessore alla Cultura Luigi La Rosa, intervenuto per porgere i propri saluti. Già dal titolo si comprende l’opera: il trucco evoca la finzione, l’immagine alterata che imperversa nei mass media e nella società odierna. Il trucco è lo scenario apocalittico e le conseguenze che il berlusconismo ha prodotto. È facile cogliere il nesso tra sessualità e politica e lo sconfinamento della politica dai suoi confini tradizionali. L’autrice percorre criticamente le tappe e gli scandali sessuali che hanno dominato le scene politiche italiane. Molti italiani, come sostenuto dalla Dominijanni, si sono identificati nel trucco, in base al quale Berlusconi nascondeva un’importanza politica, sessuale e morale. Ciò ha condotto anche a modificazioni delle relazioni tra sessi, dominate da un modello berlusconiano carnevalesco e offensivo. La sfera della sessualità, estremizzata dal potere biopolitico di Berlusconi, è il centro di scandali e di relazioni basate sul potere. Una maggiore attenzione verso la parola, ormai deturpata e contaminata da volgarità, potrebbe di conseguenza salvare il concetto stesso di femminilità, in continuo rinnovamento. La femminilità, spettacolarizzata e falsificata da stereotipi, deve essere ripensata. Il trucco c’è e si vede, si smaschera facilmente, così come la realtà, trasformata e manipolata in finzione. La stessa finzione che domina negli scandali sessuali di Berlusconi, nei corpi delle donne come mistificazione e performance. La politica della performance non risparmia nessuno, nemmeno lo stesso linguaggio. Cambia, così, anche l’idea di libertà, intesa come rischio ed esperienza, imbattendosi nel nuovo, nel paradossale.
Matilde Altomare