Presentato a Catanzaro il libro di Antonio Cannone sul “caso Aversa”

Presentato a Catanzaro il libro di Antonio Cannone sul “caso Aversa”

Organizzata dalla Prefettura di Catanzaro, con la collaborazione del Centro “Riforme – Democrazia – Diritti” di Lamezia Terme, nella “Sala del Tricolore” del Palazzo di Governo, si è tenuta la presentazione del libro del giornalista lametino, Antonio Cannone “Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri” (Falco Editore). La Prefetta dott.ssa Luisa Latella ha introdotto i lavori mentre a presentare il libro e a conversare con l’autore, sono stati; il dott. Gianfranco Manfredi , giornalista; il dott. Vincenzo Panico – Commissario vittime della Delinquenza organizzata; il dott. Salvatore Curcio – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme e l’on.prof. Enzo Ciconte – Docente all’Università Roma Tre. Ha coordinatol’incontro l’on. Costantino Fittante – presidente del Centro. Il caso Aversa a distanza di 25 anni, nonostante una verità giudiziaria accertata, continua a presentare lati irrisolti e per molti versi oscuri. Il libro percorre la vicenda a partire dalle dichiarazioni dei due pentiti della Sacra Corona Unita, che si autoaccusarono del duplice omicidio del Sovrintendente di Polizia Salvatore Aversa e della moglie, Lucia Precenzano avvenuto a Lamezia il 4 gennaio 1992. A parte le confessioni dei due pentiti pugliesi, nel libro sono raccolte anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia lametini. Una vicenda segnata dalle prime affermazioni, rivelatesi poi false, di Rosetta Cerminara che indicò in due persone, innocenti, gli autori del duplice delitto. La prefazione al volume è stata curata dal prof. Enzo Ciconte, esperto dei fenomeni mafiosi, mentre il giornalista Gianfranco  Manfredi e il noto avvocato penalista Armando Veneto nei loro contributi, parlano  di “caso-limite di ordinaria ingiustizia” e di un caso “irrisolto, uno dei misteri più tenebrosi della storia del potere in Italia”.

Il libro inquadra il duplice omicidio anche in un contesto politico alquanto difficile e palesa le responsabilità “morali” della classe politica dell’epoca. Il fatto criminale avvenne poco dopo lo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia per infiltrazioni mafiose e proprio Aversa contribuì con le sue indagini a determinare la scelta dell’allora ministro dell’Interno, Enzo Scotti. Così come indagava anche su un precedente duplice omicidio, quello di due netturbini, Cristiano e Tramonte, vittime innocenti di una “faida ” per il controllo della gestione della raccolta dei rifiuti.

 

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