La crisi “morde”, Simet costretta a licenziare

La crisi “morde”, Simet costretta a licenziare

 

Nel dicembre scorso il brindisi di fine anno con i dipendenti, nel gennaio successivo la comunicazione relativa all’avvio delle procedure di licenziamento, pochi giorni fa, il 10 settembre, le lettere di licenziamento. Per 40 lavoratori della Simet, l’azienda di trasporti con sede a Rossano che collega la Calabria con le principali città del Nord Italia e con l’estero si apre lo spettro della disoccupazione; altri 30 si erano dimessi. L’azienda sostiene di aver tentato la procedura della Cassa integrazione che, non essendo stata accolta, ha reso inevitabile il licenziamento di 70 persone a causa della crisi indotta dalla congiuntura economica. Così, il 10 settembre scorso i dipendenti in esubero hanno ricevuto le lettere di licenziamento. “La situazione di crisi della nostra società parte da lontano, da un accordo venuto meno con il gruppo Fs. Abbiamo avuto due anni di disastri aziendali, poi sono arrivati il Covid, la guerra e il caro energia. Tutto questo ci ha messo in difficoltà. Abbiamo perciò dovuto seguire, tramite l’associazione degli industriali, l’iter finalizzato alla riduzione del personale per ridurre i costi”. Gerardo Smurra, presidente della Simet, la società di trasporti che ha proceduto nei giorni scorsi al licenziamento di 40 dipendenti (altri 30 hanno spontanemanete rinunciato al lavoro), motiva così le ragioni della riduzione del personale. “Abbiamo dovuto chiudere 10 agenzie di viaggio, abbiamo ridotto l’esercizio, abbiamo ridotto dei collegamenti. Facevamo 8 corse su Roma, adesso ne facciamo una. Siamo un’azienda di puro mercato, non abbiamo contributi, né rapporti con la Regione. Abbiamo avuto – sottolinea – dei ristori ma di piccolissima entità nel 2020 a fronte di un abbattimento del fatturato di circa l’80%. Avevamo 240 dipendenti, poi siamo scesi a 100 e ora siamo stati costretti, molto molto a malincuore, a prendere altri provvedimenti attraverso le regolari procedure sindacali. Da aprile siamo senza cassa integrazione ma la comunicazione ci è arrivata ad agosto. Quindi da aprile abbiamo pagato finora personale che doveva essere in Cig ma che non lo è. Abbiamo dovuto per forza di cose procedere con il licenziamento di 40 persone. Operiamo da 80 anni -sottolinea Smurra- e tentiamo di portare avanti l’azienda nel migliore dei modi”.

 

 

 

 

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