Francesco Rosso pedinato per giorni

Francesco Rosso pedinato per giorni

Ci sono i nomi degli esecutori materiali del delitto, compreso quelli dei fiancheggiatori, ma manca il movente, custodito nelle indagini dei carabinieri che sono riusciti a fare luce, comunque, su un omicidio inquietante. Francesco Rosso, il macellaio di 34 anni freddato a colpi di pistola il 14 aprile 2015 nella macelleria di famiglia di Simeri Crichi, zona marina, costa ionica catanzarese, era una persona assolutamente “pulita”. Nessun legame particolare, nessuna frequentazione poco trasparente. Eppure, il suo omicidio era stato organizzato nei minimi particolari, con un agguato compiuto in pieno giorno, poco prima delle 13, mentre il giovane si apprestava a chiudere la sua attività commerciale. Gli inquirenti non parlano rispetto al movente, trapela solo l’ipotesi di una vendetta trasversale, senza che possano emergere ulteriori particolari. Un delitto, quello di Rosso, che aveva creato preoccupazione e allarme, ricostruito dalle meticolose indagini dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina. L’omicidio sarebbe stato premeditato con accuratezza, preparato in ogni dettaglio, con diversi sopralluoghi e pedinamenti per ottenere il risultato voluto senza lasciare traccia. Ed invece, le quattro persone arrestate hanno fornito involontariamente molti elementi, ricostruiti passaggio dopo passaggio dalle indagini dei carabinieri. Danilo Monti, 27 anni, residente a Cerva e domiciliato a Lecco, ha premuto il grilletto di una pistola semiautomatica Walther calibro 9×19 Luger per almeno tre volte, fuggendo poi a bordo di una Fiat Stilo intestata al padre. Con lui Gregorio Procopio, 56 anni, residente a Botricello; il figlio, Antonio Procopio, 31 anni, di Botricello; il genero, Vincenzo Sculco, 30 anni, residente ad Andali. Sono loro che avrebbero fornito tutto il supporto logistico per il delitto. Diversi i sopralluoghi effettuati nei giorni antecedenti l’omicidio. Rosso sarebbe stato seguito anche la mattina precedente, nel percorso tra l’abitazione e la macelleria di Simeri mare. Quindi, diversi sopralluoghi effettuati per avere contezza delle telecamere di videosorveglianza e degli spostamenti, compresa la presenza di possibili testimoni. Ma tutti i passaggi e tutti gli incontri sono stati ricostruiti dai carabinieri grazie all’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private, ai tabulati telefonici e alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Il giorno del delitto Gregorio e Antonio Procopio, insieme a Sculco, effettuarono diversi sopralluoghi a bordo di una Nissan Micra che era stata chiesta in prestito da Sculco ad un conoscente. Monti si sarebbe recato a Simeri mare alla guida di una Fiat Stilo. Dopo i sopralluoghi svolti separatamente, Monti e Gregorio Procopio avrebbero svolto un sopralluogo congiunto, quindi il via all’operazione delittuosa. Monti si sarebbe recato da solo nei pressi della macelleria, scendendo per compiere il delitto solo dopo alcuni passaggi, considerata la presenza di alcune persone. I tre complici, invece, avrebbero atteso lo stesso Monti a Sellia Marina, fungendo da staffetta nella fuga del killer. Oltre alle immagini di diverse telecamere di videosorveglianza, fondamentali sono state anche le intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre alla verifica delle cellule telefoniche che hanno dimostrato la presenza dei quattro arrestati nei luoghi dell’omicidio.

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