Al via l’esercitazione “Sisma dello Stretto”: farsi trovare preparati al rischio terremoti
Inizierà venerdì 4 novembre, dalle dieci, e si concluderà alle dodici del 6 novembre, l’esercitazione nazionale della Protezione civile denominata ‘Sisma dello Stretto’, che coinvolgerà complessivamente 56 comuni dell’Area dello Stretto, 37 in provincia di Reggio Calabria, e 19 in provincia di Messina, e le Regioni Sicilia e Calabria. “L’iniziativa – ha detto il capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, nel corso di una conferenza stampa – servirà a testare il funzionamento di importanti obiettivi, come il sistema sul rischio sismico, con l’utilizzo di nuove tecnologie di allertamento in grado di raggiungere non solo i comuni, ma anche singoli cittadini attraverso la messaggistica, come già sta avvenendo in molti Paesi europei”. L’esercitazione della Protezione civile assumerà come indice di pericolosità di un probabile evento sismico gli effetti del terremoto del 16 gennaio del 1975 che colpì lo Stretto di Messina con una magnitudo del 5,3 Mw, con epicentro nell’entroterra di Reggio Calabria, a cinque chilometri dalla costa. In quella occasione, furono 90 le località colpite tra le due sponde dello Stretto, con lesioni gravi agli immobili tra il 25% e il 50%, e circa il 10% dei crolli. “Per questa esercitazione – ha sottolineato Curcio – immagineremo di dover fronteggiare quel terremoto, elevando la potenziale magnitudo fino a 6, verosimilmente capace di innescare, oltre ad effetti ambientali a terra, come frane e liquefazioni, potenziali eventi di maremoto nelle aree costiere prossime all’area di origine del terremoto”.
Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenuto in videoconferenza, dopo avere ricordato il sacrificio dei piloti del Canadair precipitato sulle falde dell’Etna, ha sottolineato come l’esercitazione della Protezione civile “denoti un Paese solidale, volenteroso, e composto nel reagire”, e ha ringraziato i numerosi volontari che affiancheranno nei prossimi giorni le strutture di soccorso dello Stato e delle Regioni. Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha posto in evidenza il “clima di forte intesa istituzionale con la Regione Sicilia, che sfocerà nei prossimi giorni con un incontro con il ministro Salvini sulle questioni legate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto”. Occhiuto, inoltre, ha ricordato “il valore del coinvolgimento dei cittadini nelle operazioni di protezione civile, per evitare di trovarsi impreparati dinanzi a eventi negativi, come inondazioni o terremoti”, ricordando che la Calabria è esposta al massimo livello di rischio sismico, come testimonia il recentissimo sisma registrato nel Tirreno settentrionale.
Il prefetto di Messina, Cosima Di Stani, ha posto in evidenza la particolare situazione delle Isole Eolie, e quello di Reggio Calabria, Massimo Mariani, ha allertato i comuni ad esercitare i massimi controlli nelle edificazioni in senso antisismico. Nell’ambito delle esercitazioni, è stata anche prevista una mostra storica aperta ai cittadini di Reggio Calabria sui sistemi tecnologici antisismici, allestita dentro una tensostruttura realizzata sul lungomare cittadino, dove i visitatori potranno anche osservare gli effetti di una simulazione del terremoto che colpì l’Aquila il 6 aprile del 2009 che costò la vita a 309 persone, oltre i gravi danni immobiliari e alle strutture civili. “La Calabria è tra le regioni d’Europa quella più esposta al rischio sismico”, ha ricordato il capo Dipartimento della Protezione Civile regionale Domenico Costarella, “e questo ci fa riflettere – ha aggiunto Costarella – anche per le scosse che ogni tanto ci svegliano di notte. L’ultima soltanto due giorni fa, 5.1 di magnitudo al largo della costa tirrenica calabrese che, fortunatamente, non ha prodotto conseguenze al suolo. E un’altra, appena una settimana fa, ci ha ricordato che siamo una terra particolarmente esposta al rischio sismico. Ecco perché l’importanza di agire prima non solo ‘facciamo presto’ come fu detto nell’immediatezza del forte terremoto del 23 novembre del 1980 in Irpinia”. “Lavorare prima – ha detto ancora il Capo della Protezione civile calabrese – significa attivare quegli automatismi, quei comportamenti che possono essere salvavita. Nell’emergenza siamo soli. Nei primi minuti non c’è il soccorritore che ci dice cosa fare. Per questo l’esercitazione è di fondamentale importanza. Ci fa capire quali sono le prossime azioni che dobbiamo porre in essere, non solo nell’area Metropolitana di Reggio Calabria, ma in tutta la regione, in funzione di una pianificazione che sia il più possibile incisiva, si traduca in fatti concreti e che sia di supporto agli Enti che stanno in prima linea, a tutti coloro che operano sul territorio per fare in modo che la protezione civile sia un efficace strumento di tutela della vita, dell’ambiente, degli insediamenti, così come prevede il Codice di protezione civile”.