Sepolte le salme di 21 migranti vittime del naufragio a Roccella
Sono state seppellite stamattina le ventuno salme di migranti, vittime del naufragio del 17 giugno scorso nel mar Jonio a 120 miglia dalla costa calabrese. Tra loco c’erano anche quelle di un bambino e di una donna incinta. La cerimonia si è tenuta ad Armo, nello spazio concesso dal Comune di Reggio Calabria alla Caritas per edificare il cimitero dei migranti. Un momento di preghiera sia cristiana che islamica al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’arcivescovo della diocesi Reggio Calabria-Bova Fortunato Morrone, l’imam e responsabile del centro culturale islamico di Reggio Calabria Hassan El Mazi, la prefetta Clara Vaccaro e il direttore ufficio pastorale migrante diocesi Locri-Gerace don Rigobert Elangui. Secondo quest’ultimo, “a differenza di Cutro e di Lampedusa”, sulla tragedia dei migranti al confine tra le acque italiane e quelle greche, “c’è un silenzio istituzionale che è spaventoso”. “Noi dobbiamo resistere – ha affermato il vescovo Morrone -. Una resistenza non passiva ma attiva e creativa. Fare in modo che non accada più. Noi facciamo quello che possiamo fare e lo facciamo con coscienza. È difficile però il nostro compito è essere presenti dove c’è sofferenza”. A margine della cerimonia, la prefetta Clara Vaccaro ha dichiarato che “il governo sta facendo quello che deve fare e tutto quello che può fare. Questa è una vicenda nostra, che viviamo in questa terra e quindi abbiamo condiviso il dovere di dare una sepoltura a queste persone che comunque sono approdate qui o volevano approdare qui e non ci sono riuscite”.