Candidato alle regionali, è caos Pd-M5S
Resta grande la confusione sotto il cielo calabrese lungo l’asse PD-M5S. Con Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione ormai in movimento da settimane e forte di assetti ben definiti, e Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, in campo da mesi con la sua coalizione civica, sono ancora dem e grillini a dover sciogliere i nodi di una situazione ingarbugliata in vista delle elezioni di ottobre, quando i calabresi torneranno alle urne per eleggere il successore di Jole santelli, la sfortunata governatrice di Forza Italia scomparsa prematuramente il 15 ottobre scorso dopo appena otto mesi di guida del governo regionale. A Catanzaro, nell’ufficio presidenziale della Cittadella regionale, siede ora, in qualità di facente funzioni, Nino Spirlì, il suo vice, che la Lega ha voluto candidare in ticket con Occhiuto. Se nel centrodestra il problema è limitare il numero delle liste (la legge elettrale regionale penalizza le coalizioni ampie) e il candidato governatore ha detto chiaramente di non gradire liste civiche, allo stato attuale delle cose grillini e dem hanno il problema opposto, ossia trovare candidati a partire da quello alla presidenza.
La lista dei rifiuti si allunga giorno dopo giorno e, sui social, i calabresi ironizzano sul “casting” in atto per la ricerca del candidato giusto. Hanno declinato l’invito docenti e imprenditori di fama come il professore Nuccio Ordine e l’editore Florindo Rubbettino, che con garbo hanno comunicato alla stampa di non essere interessati a un’esperienza politica, peraltro assai assai rischiosa, e la giornalista Paola Militano. Sono state bruciate dal PD candidature come quella di Nicola Irto, il giovane ex presidente del Consiglio regionale in un primo momento indicato dal partito ma poi sacrificato davanti ai dubbi dei Cinquestelle.
Era stato anche lanciato il nome di Enzo Ciconte, ex parlamentare, professore universitario e storico, che aveva manifestato la sua disponibilità, ma la sua candidatura, proposta da settori della società civile e da intellettuali, non è mai decollata. La soluzione sembrava essere, infine, maturata con la designazione di Maria Antonietta Ventura, presidente regionale dell’Unicef e imprenditrice nel settore degli appalti ferroviari. La scelta dei vertici romani di Pd, M5S, Articolo 1, tuttavia, aveva irritato la base dei tre partiti, disorientati davanti a una candidatura lanciata dall’alto.
Alla fine, nonostante i mugugni, Ventura aveva accettato, ma le voci su un’interdittiva antimafia della prefettura di Lecce a carico di un consorzio di ditte di cui fa parte il suo gruppo ha spinto l’imprenditrice a fare un passo indietro. L’ultimo rifiuto, consegnato a mezzo stampa ieri, è quello di Laura Ferrara, europarlamentare grillina eletta con oltre 42.000 preferenze nella circoscrizione Sud nel 2019. L’eurodeputata ha fatto sapere di non essere interessata e di voler completare il mandato a Strasburgo. Dunque, si riparte da zero? “Siamo abbondantemente sotto lo zero” spiega all’AGI un parlamentare grillino. Nel dibattito interno ai Cinquestelle pesa il dibattito nazionale sul futuro del MoVimento. Fra gli eletti pentastellati c’è chi guarda a Grillo e chi a Conte. Grillini della prima ora del calibro del presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, eletto in Calabria, sono fuori dai gruppi parlamentari dopo le vicissitudini legate alla formazione della coalizione che sostiene Mario Draghi, ma hanno ancora un loro “appeal” sulla base dei Cinquestelle.
Morra, nei giorni scorsi, aveva detto all’AGI di non ritenere impossibile una convergenza del campo progressista su de Magistris, il quale, dal canto suo, stamane ad “Agorà” ha ribadito che quelle di ottobre, più che elezioni, rappresenteranno un referendum fra vecchio e nuovo. Come fa ormai da settimane, l’ex pm di Catanzaro ha reiterato in tv il suo invito agli elettori di PD e M5S a sostenerlo. Nei giorni scorsi l’ex magistrato, molto legato alla Calabria per i suoi trascrosi profesisonali ma anche perché la moglie è di Catanzaro, ha annunciato una coalizione di 8 liste a suo sostegno, a cui hanno aderito partiti e figure simbolo della sinitra radicale come l’ex sindaco di Riace Domenico Lucano. Di de Magistris non vogliono sentir parlare gli altri candidati in competizione. Ernesto Magorno, senatore di (IV), corre al momento da solo, ma invoca da settimane un tavolo riformista senza i Cinquestelle e le formazioni di sinistra estrema che possa individuare in uno dei giovani sindaci calabresi l’aspirante governatore.
C’è poi Carlo Tansi, ex capo della Protezione Civile regionale. Con il suo movimento “Tesoro Calabria” risosse un discreto consenso nelle ultime elezioni sfiorando l’8% richiesto dalla legge elettorale per l’accesso in Consiglio regionale dei rappresentanti delle coalizioni. Alleato di de Magistris in un primo momento, si sfilò dall’accordo denunciando presunte trattative fra il sindaco di Napoli e i dem. La sua candidatura alla presidenza resta, quindi, in campo, anche se, ieserendosi nella contesa fra Giuseppe Grillo e Giuseppe Conte, si è recentemente detto disponibile a sostenere un eventuale partito dell’ex premier. Il fatto nuovo nel PD, adesso, è la presenza del responsabile degli Enti locali Francesco Boccia in Calabria. Ufficalmente Boccia occupa il ruolo di commissario del partito a Cosenza, dove si gioca la partita della scelta del cadidato a sindaco, ma è evidente il suo ruolo anche nella trattativa per le Regionali a nome di un Pd commissariato calabrese da anni. Il 13 e il 14 luglio prossimi arriverà il segretario Enrico letta. Chissà se l’ex presidente del Consiglio troverà pronta sul piatto la candidatura giusta e definitiva.