Biondo (Uil): “Si rischia il ritorno alle gabbie salariali”

Biondo (Uil): “Si rischia il ritorno alle gabbie salariali”

 

“C’è un pericolo nascosto dietro la richiesta di maggiore autonomia da parte di alcune regioni del Nord Italia. Il rischio, che potrebbe concretizzarsi dopo il prossimo 15 di febbraio, è quello di far ripiombare il Paese, in un passato diseguale in cui attraverso le gabbie salariali, lavoratori che svolgevano la stessa attività, pur vivendo all’interno degli stessi confini nazionali, ricevano salari differenti a seconda della loro collocazione geografica”. Lo afferma Santo Biondo, segretario della Uil calabrese, in una nota. “Quella fase storica – spiega – superata dagli eventi mossi dai sentimenti di unità nazionale, oggi attraverso il regionalismo differenziato, potrebbe riproporsi, realizzando nel Mezzogiorno le gabbie dei diritti sociali, civili e di cittadinanza. Pericolo che bisognerebbe evitare, anche se non soprattutto in considerazione del momento di grande difficoltà che il Paese sta attraversando, inquinato da sentimenti di intolleranza, che in riferimento ad alcuni argomenti, sfociano addirittura in fenomeni inaccettabili di razzismo e xenofobia. La lunga fase di crisi economica che la nostra società sta vivendo ha accentuato certamente l’individualismo. Tuttavia – sostiene Biondo – compito della politica di governo e di opposizione è quello di lavorare, almeno su alcuni temi, insieme per ricostruire attraverso atti politici e legislativi, quel sentimento di unità nazionale che, con il passare del tempo, si è affievolito. Tutto l’arco politico ha il dovere di ricostruire uno spirito di solidarietà nazionale. Ed è veramente sorprendente annotare come può un governo nazionale che si dichiara a favore dei più deboli e impegnato a combattere la povertà, approvare un provvedimento, che in un ambito come quello dei servizi essenziali, estremamente sensibile per le fasce più povere della popolazione, sostanzialmente dice alle regione: chi ha di più avrà sempre di più e chi a di meno avrà sempre meno”. Per Biondo “è innegabile che questo provvedimento, basato sulla legittima richiesta di autonomia da parte di tre delle più ricche regioni del Paese, penalizza i territori più poveri, nel momento in cui la quantità e la qualità dei servizi in settori quale quelli della sanità, dei trasporti, della scuola, delle politiche sociali, che sono il fondamento del forte legame fra le varie anime della nazione dipenderanno per legge dal gettito fiscale di ciascun territorio.”

 

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