Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sulla biodiversità
Via libera dal Consiglio regionale, nell’ultima seduta, alla legge su “tutela, conservazione, valorizzazione della diversità del patrimonio di varietà, razze e ceppi di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese”. La legge, presentata dal consigliere regionale del gruppo “Oliverio Presidente” Mauro D’Acri, delegato del governatore per le politiche agricole, è in pratica la prima che punta alla tutela della biodiversità agraria e alimentare in Calabria, stabilendo i principi per l’istituzione di un sistema regionale finalizzato alla difesa delle risorse genetiche locali dal rischio di estinzione e di erosione. Il provvedimento, inoltre, consente di allineare la Regione Calabria alle normative nazionali e internazionali scaturite in applicazione della Convenzione sulla biodiversità, siglata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, e di allineare la Regione Calabria ad altre 13 Regioni italiane che hanno legiferato in materia. La legge presentata da D’Acri, che non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale, prevede il riconoscimento del patrimonio di razze e varietà di interesse agrario e alimentare da parte della Regione e l’istituzione di un Registro della biodiversità agraria e alimentare, affidando all’Arsac (ente strumentale della Regione in materia di agricoltura) la conservazione del patrimonio di biodiversità: all’Arsac è demandato anche il compito di gestire e coordinare la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia della biodiversità. “Con l’approvazione della legge, la Regione Calabria – si legge in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta – si è dotata di uno strumento normativo sul tema in questione già affrontato dalla maggior parte delle Regioni Italiane nel corso dell’ultimo ventennio, e di recente dal Governo nazionale, con l’approvazione della legge nazionale sulla biodiversità Agraria n. 194 del 2015. Nonostante il vuoto normativo, la Regione Calabria, ancor prima della Convenzione di Rio del 1992 e del trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche del 1994, ha attuato con l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ex ARSSA e ex ESAC), programmi regionali e interregionali che hanno permesso la tutela e la salvaguardia di razze autoctone, come il suino nero e la vacca podolica, e specie vegetali a rischio di estinzione, ancora oggi conservate nei Centri Sperimentali Dimostrativi dell’Azienda. La Regione Calabria, con l’attuazione di questa legge, nel rispetto degli obblighi nazionali e internazionali, intende promuovere e garantire l’utilizzazione collettiva di tutto il patrimonio calabrese di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici, attraverso l’istituzione di strumenti regolatori della materia quali il Registro Regionale della Biodiversità Agraria, le commissioni tecnico-scientifiche, di cui fanno parte a pieno titolo le OO.PP.AA, che hanno il compito di individuare e certificare la biodiversità agraria da iscrivere al predetto registro e in quello istituito con la legge nazionale, le modalità di funzionamento delle strutture per la conservazione della biodiversità agraria. Un ruolo centrale sarà svolto dall’ARSAC che, oltre a proseguire nell’opera di conservazione ex situ, secondo le linee guida ministeriali, avrà il compito di gestire il Registro regionale di biodiversità di interesse agrario e la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia della biodiversità”. “È previsto – si sottolinea – un coinvolgimento diretto degli attori protagonisti impegnati nella conservazione della Biodiversità agraria, attraverso il riconoscimento della funzione di pubblica utilità svolta dagli agricoltori e allevatori custodi, l’istituzione di una rete della Biodiversità regionale, il libero scambio della biodiversità regionale, la promozione delle comunità del cibo e della biodiversità agraria e alimentare e iniziative informative e di sensibilizzazione indirizzate ai cittadini calabresi. Si vuole ricordare – come sottolineato dal Consigliere delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – che questa legge è nata anche grazie al contributo attivo, generoso e appassionato dei divulgatori agricoli dell’ARSAC, dagli spunti pervenuti in questi anni di ascolto attivo del territorio, dalle esperienze maturate nelle organizzazioni professionali agricole e, soprattutto, dal confronto con gli agricoltori e allevatori, giovani e vecchi, che con il loro appassionato lavoro hanno consentito di preservare con amore e, spesso, con grandi sacrifici, il grande patrimonio di biodiversità della nostra regione, conservando questa ricchezza fino ai giorni nostri”.