Regione, Corbelli lascia l’incarico: “Missione compiuta”

Regione, Corbelli lascia l’incarico: “Missione compiuta”

CATANZARO. Franco Corbelli, fondatore del Movimento Diritti Civili, così come aveva preannunciato subito dopo la sua nomina, nel settembre dello scorso anno, ultimata la sua missione umanitaria, lascia l’incarico istituzionale di delegato della Presidenza della Regione per la tutela e la promozione dei diritti umani. Corbelli, spiega una nota, “ rende noto (documentando tutto in rete, sul sito www.diritticivili.it, nella pagina Politica) il bilancio, con tutte le iniziative solidali promosse in questo anno, elenca tutti i benefici a cui ha rinunciato (rimborsi viaggi, missioni…e altro, facendo risparmiare molte migliaia di euro alla Regione) e documenta l’utilizzo dell’indennità percepita interamente destinata per iniziative benefiche e sociali”. Corbelli ringrazia il Governatore Mario Oliverio e il suo Capo di Gabinetto, Gaetano Pignanelli “per – afferma in una nota – la fiducia accordatemi, per avermi dato, in tutti questi mesi, la possibilità di promuovere dalla Regione importanti iniziative umanitarie e con la certezza di sapere di poter sempre contare in futuro sul loro sostegno per tutte le campagne solidali del Movimento Diritti Civili”. Corbelli, inoltre, illustra dettagliatamente in rete, sul suo sito, il bilancio con tutti gli interventi di solidarietà promossi in questo anno (diverse quelle sugli immigrati, ricorda, fatte insieme al delegato della Regione per l’Immigrazione, Giovanni Manoccio), elenca tutti i benefici (economici e non) a cui ha rinunciato, fa conoscere a chi è stata destinata la sua indennità regionale (800 euro netti al mese, con cui è stato creato un Fondo Sociale) interamente utilizzata in beneficenza, e informa “che il suo impegno civile e umanitario continuerà dalla strada, da quello che, afferma , è da sempre il suo mondo, accanto ai più poveri, agli ultimi e ai migranti, per continuare ad aiutarli e per denunciare le atrocità, che con la responsabilità, soprattutto, del Governo italiano, che ha fermato gli sbarchi, si stanno consumando nei campi lager della Libia, come continuano a denunciare importanti Ong, documentati reportage e autorevoli personaggi mondiali”. “Avevo accettato – spiega – questo incarico istituzionale con l’obiettivo e la speranza, grazie alla mia presenza e al mio ruolo istituzionale alla Regione, di vedere realizzato il cimitero internazionale dei Migranti, la grande opera umanitaria che più mi sta a cuore e per la quale lotto e sono ininterrottamente impegnato, per superare tutti gli ostacoli, da oramai 4 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Una grande opera di civiltà che darà dignità alla morte dei poveri migranti, uomini, donne e bambini, che perdono la vita nei tragici naufragi e in altre circostanze drammatiche (che continuano purtroppo, anche se non se ne parla) mentre fuggono da guerre, persecuzioni e miseria. Quei migranti che oggi, dopo il blocco degli sbarchi, ottenuto a questo prezzo disumano dal Governo italiano, vengono torturati e le donne, anche quelle incinte, stuprate nelle orribili prigioni della Libia. Per aiutare i poveri e i migranti, per difendere i diritti umani di questa povera gente, in fuga dall’inferno, continuerò a lottare dalla strada, a mani nude, liberamente, come faccio da una vita, rinunciando, al rinnovo dell’incarico istituzionale alla Regione (che mi aveva proposto e chiesto di accettare il Presidente Oliverio e anche di questo lo ringrazio) e, come al solito, dicendo no ad ogni forma di contributo, pubblico e privato, e autofinanziando, così come ho sempre fatto per 30 anni, con il mio modesto stipendio di docente, tutte le battaglie civili e iniziative umanitarie, così come ho fatto anche quando sono stato eletto consigliere provinciale di Cosenza nel 2004, destinando l’indennità provinciale per iniziative benefiche. Il mio è solo un piccolo esempio (forse unico nel nostro Paese) che mi auguro possa far riflettere tutti, ad iniziare naturalmente dai nostri politici”.

 

 

 

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