Renzi: “Il Ponte verrà dopo le altre priorità”
ROMA. “Se il ponte diventa strumento per unire da Milano a Palermo con la Tav, nonché Calabria e Sicilia, se questo percorso arriva dopo aver fatto la banda larga, allora si può fare. Non è perché lo ha detto Berlusconi è sbagliato. Se ci saranno le condizioni e il progetto permetterà allo Stato di ricavare e non di spendere, perché no?”. Lo afferma il premier Matteo Renzi ai microfoni di Rtl 102.5 tornando sulla questione del Ponte sullo Stretto. “Non gli affido una missione salvifica, ma può avere un effetto simbolico ed essere utile a condizione che arrivi dopo il resto”, sottolinea. “Da mesi dico che prima vengono banda larga, Salerno-Reggio, viadotti in Sicilia. E che dopo c’è il ponte sullo stretto. Dov’è la novità?”. “Una volta fatta la banda larga, i viadotti in Sicilia e la Salerno Reggio Calabria, è dunque naturale che ti poni il problema di come fare a collegare Napoli a Palermo e dunque il Ponte sullo stretto” ha poi confermato Matteo Renzi alla presentazione del piano industriale di Ferrovie. E proprio in questo ambito l’a.d. di Fs Renato Mazzoncini durante la presentazione del nuovo Piano industriale del Gruppo è intervenuto sul Ponte. “Purtroppo in passato il Ponte sullo Stretto è stato pensato come un project financing” e questo ha portato a far lievitare i costi, “ma se l’opera fosse stata trattata come un’opera ferroviaria sarebbe stata gestita”, ha detto aggiungendo che “dal nostro punto di vista siamo pronti su tutto il corridoio della Napoli-Bari con la stessa logica delle altre infrastrutture”. “Il problema è che questo è un corridoio ferroviario, definito dalla Commissione europea, e un conto è averlo in continuità con la Sicilia”, un conto senza continuità che è come non averlo, ha detto Mazzoncini, sottolineando che “se affrontassimo questo ponte come fosse una galleria non ci penseremmo due volte”. “Il Ponte sullo Stretto, ha poi detto Mazzoncini, oggi è un’infrastruttura che dal punto di vista costruttivo costa 3,9 miliardi” spiegando che se per tutte le linee per corridoi internazionali servono 120 miliardi, “il problema non possono essere i 3 miliardi e nove del Ponte”.