Rischi naturali, concluso il primo ciclo di seminari voluti dall’assessore Savaglio
“Concluso oggi il primo ciclo di seminari dedicati ai rischi naturali e voluti dall’assessore alla Ricerca, Università, Istruzione e Innovazione della Giunta regionale, Sandra Savaglio”. Lo riferisce un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta regionale. “I webinar, che hanno visto la partecipazione di centinaia di amministratori locali e tecnici della pubblica amministrazione – è scritto nel comunicato – sono stati curati e coordinati dal professore Pasquale Versace, docente di Ingegneria idraulica e fondatore, insieme all’ingegnere Vincenza Calabrò, dell’infrastruttura regionale di ricerca ‘Sila 2’ (Sistema integrato di laboratori per l’ambiente in Calabria 2). Durante i sette incontri, che hanno coinvolto 37 relatori, tra scienziati, ricercatori, medici, ospiti provenienti da diversi ordini professionali ed enti regionali e nazionali, hanno affrontato molti temi relativi alle problematiche ambientali. Si è parlato di depurazione delle acque, di frane, alluvioni, inquinamento e correlate ricadute sulla salute delle persone, biodiversità e ed ecosistemi”. “La parola chiave dei seminari è stata ‘sfide’: un termine che mette in evidenza – riporta il comunicato – la volontà di superare i problemi del territorio evidenziati già nel titolo di questo primo ciclo, “Calabria, Terra fragile. Il seminario conclusivo, dedicato al monitoraggio come misura sistematica delle problematiche e la percezione del rischio nella società – spiega l’assessorato -, ha registrato e confermato il grande successo di tutti gli eventi precedenti. Dalle relazioni e dal dibattito sono emerse tante proposte e idee per raccogliere le sfide utili a migliorare le condizioni naturali e antropiche della Calabria”. “Si potrebbe iniziare – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Università e Ricerca, Sandra Savaglio – facendo rete anche tra i partecipanti a questi seminari creando un rapporto tra istituzioni: Regione, Università, amministratori locali e mondo della ricerca. Sono convinta che la Regione debba chiedere il supporto del mondo scientifico per affrontare, insieme a tecnici e addetti ai lavori, i problemi che affliggono il nostro territorio. È necessario diffondere conoscenza per far raggiungere consapevolezza alla più ampia platea di persone possibile. Abbiamo visto – ha concluso – quali sono le enormi possibilità delle infrastrutture di ricerca in tema di rischio idrogeologico e salvaguardia dell’ambientale. Non bisogna dimenticare che sono a disposizione della società”.