Il sindaco di Polistena Michele Tripodi: “Riattivare il servizio Tac”

“Auspichiamo un intervento risolutore dei Commissari dell’ASP teso a far riprendere il funzionamento della TAC nell’ospedale di Polistena”. E’ l’appello del sindaco della cittadina della piana di Gioia Tauro, Michele Tripodi. “E’ paradossale – afferma – che il nostro reparto di radiologia che ha numeri da capogiro per professionalità, attività e prestazioni eseguite tali da far concorrenza alle migliori aziende ospedaliere del nord Italia, non venga ancora messo nelle condizioni di potere lavorare normalmente. A quanto pare l’ASP non riesce a trovare il ricambio del pezzo rotto della TAC in quanto troppo oneroso sostituirlo. Ferme restando le valutazioni di tipo tecnico-economico ed amministrativo, è inaccettabile – prosegue Tripodi – il protrarsi di questa situazione al di là di ogni ragionevole tempistica. Chiediamo ai Commissari che il reparto di radiologia possa riprendere a funzionare al più presto, essendo un forte disagio per tutti gli utenti recarsi in altre strutture ospedaliere o peggio ricorrere ai privati. Inoltre – aggiunge – segnaliamo l’assoluta urgenza di bandire i concorsi pubblici e far arrivare presso il nostro ospedale nuovo personale, motivato e capace di trasferire ai cittadini competenza e fiducia nell’erogazione dei servizi. Non ci interessa lo scaricabarile, sappiamo che la sanità in Calabria, se si trova in questo stato emergenziale, ciò lo si deve ad anni di politiche sbagliate e criminali stratificatesi nel tempo. Ora però serve intervenire e non si può aspettare lo sblocco del turn-over al 2020, anche perché con “quota 100” l’ospedale di Polistena insieme a molti altri presidi della Calabria, si svuoterà di gran parte del personale mettendo a rischio, senza il tempestivo ricambio, i servizi esistenti già precarizzati”. Il sindaco fa poi rilevare che “a questa prospettiva terribile si aggiunge pure che alcuni medici stanno maturando l’idea di lasciare l’ospedale proprio per le difficoltà operative che ogni giorno occorre affrontare con carichi di responsabilità enormi. E’ già capitato in passato purtroppo. Se non si lavora a stretto giro per colmare i vuoti degli organici – denuncia – con assunzioni a tempo indeterminato dando pure seguito agli investimenti infrastrutturali necessari, programmati per ampliare gli spazi di lavoro esistenti e per la sicurezza, rischiamo che episodi isolati si trasformino in una vera e propria emorragia di professionisti qualificati”.

 

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