Scuola in piazza contro il decreto legge 36

Scuola in piazza contro il decreto legge 36

Giornata di sciopero per il mondo della scuola e mobilitazione di piazza per i sindacati. La voce si è levata unitaria contro le nuove norme del governo varate con un decreto legge 36 che, in alcuni suoi articoli, prevede novità sul fronte della formazione e del reclutamento dei docenti. Norme che ai sindacati non piacciono e che respingono al mittente perché, sostengono, decise “senza un confronto”. Per questo domenica 39 maggio si sono ritrovati -in 7mila, secondo le loro stime- in piazza Santi Apostoli a Roma: insegnanti, ma anche personale tecnico, amministrativo, studenti, per dire no all’approvazione in Parlamento del provvedimento in questione. Sotto accusa il merito ma anche il metodo. “Il governo cambi strada sulla scuola pubblica -ha ammonito dal palco Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil- pensavamo che dopo la pandemia ci sarebbe stato un atteggiamento molto diverso. Invece si procede a colpi di decreto legge senza un confronto con le organizzazioni sindacali, senza chi nella scuola lavora ogni giorno”. In piazza anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha spiegato che “oggi il diritto alla formazione e alla conoscenza è fondamentale per combattere le disuguaglianze e la precarietà. Oggi non e’ cosi’ e i provvedimenti presi sono sbagliati perche’ non si interviene per decreto su materie che riguardano la contrattazione”. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, però ha invitato a leggere bene il testo difendendolo punto per punto. “Credo che la lettura dei testi effettivi sarebbe utile in questo momento” ha sostenuto. Tagli? “Non solo non c’è intenzione di fare dei tagli ma di fronte alla riduzione prevista di bambini” che “dal 2021 al 2032 saranno 1 milione e 400mila in meno in classe”, “noi manteniamo tutte le risorse per la scuola”, ha spiegato.

 

 

 

 

desk desk