Seggio conteso alla Camera: dentro Andrea Gentile di Forza Italia, fuori Elisa Scutellà del Movimento5Stelle

Seggio conteso alla Camera: dentro Andrea Gentile di Forza Italia, fuori Elisa Scutellà del Movimento5Stelle
L’Aula della Camera ha approvato con 183 voti a favore e 127 contrari la relazione della Giunta delle elezioni riguardante un collegio della Calabria che ha come conseguenza l’ingresso a Montecitorio come deputato dell’esponente di FI Andrea Gentile e l’uscita della pentastellata Elisa Scutellà.
Alta tensione durante tutta la seduta dell’Aula, con il M5s che ha contestato sia la presenza del vicepremier Antonio Tajani, sia la presidenza dell’azzurro Giorgio Mulè. Quest’ultimo ha respinto ogni accusa rimarcando i criteri oggettivi con cui vengono determinate le presidenze di turno. Respinta sul finale anche la richiesta avanzate da Marco Grimaldi di Avs, e appoggiata da parte dell’opposizione, di procedere con il voto segreto.   Negli interventi in dichiarazione di voto, Benedetto Della Vedova (+E) ha invitato a votare contro “una prepotenza ingiustificata, che segna un precedente pericoloso”. Stesse motivazioni espresse da Francesco Emilio Borrelli di Avs: “Voteremo contro un pericoloso precedente”. Diversa la posizione di Pietro Pittalis di FI: “I dati parlano chiaro e l’esito numerico è oggettivo, 240 voti in favore di Gentile”. “Esprimeremo un voto contrario alla relazione di maggioranza” sul caso Scutella, ha annunciato Ilenia Malavasi (Pd).    La giunta delle elezioni, su ricorso dell’azzurro Gentile per il seggio calabrese, aveva riconteggiato le schede nulle e bianche dandogli ragione. Dopo il voto dell’Aula Gentile entra in Parlamento al posto della pentastellata Scutellà in seguito ad un’articolata catena di conseguenze: il ricorso ha riguardato il collegio uninominale di Catanzaro dove Gentile è arrivato secondo a 482 voti dall’esponente del M5s Anna Laura Orrico. Col riconteggio, a Gentile sono stati assegnate 240 schede in più rispetto a Orrico. La quale era stata però eletta anche nel collegio proporzionale, che aveva “ceduto” alla collega di partito Scutellà. In questo scenario Orrico si “riprende” il seggio che aveva ceduto a Scutellà, mentre Scutellà deve lasciare Montecitorio.

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