Strage familiare a Rende. Spagnuolo: “Caso complesso” (Video RTC)

Strage familiare a Rende. Spagnuolo: “Caso complesso” (Video RTC)

COSENZA. “Il caso è molto complesso, abbiamo degli ottimi periti e i carabinieri stanno facendo bene il loro lavoro”. Lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, alla fine di una riunione tecnica che ha presieduto, in mattinata, sulle indagini in corso per la strage avvenuta ieri a Rende dove si presume che un padre abbia ucciso la moglie e i due figli, per poi togliersi la vita. Presente all’incontro anche il colonnello Piero Sutera, comandante provinciale dei carabinieri. I militari stanno continuando a sentire parenti e amici della famiglia, ma non sarebbero ancora emersi particolari utili a risalire ad un movente che spiegherebbe il gesto di Salvatore Giordano. Appare invece sicuro che le due pistole trovate sul luogo del delitto, un revolver e una semiautomatica, abbiano entrambe sparato. Da qui l’incertezza, che permane, fino a quando non ci saranno i risultati dello stub, se siano state però utilizzate entrambe solo da Salvatore Giordano o anche dal figlio Giovanni. Una delle armi era infatti vicino al corpo del giovane. Salvatore Giordano, l’uomo che ha ucciso moglie e figli prima di suicidarsi, oltre ad averli colpiti con coltello e un’arma da fuoco, avrebbe anche inflitto il colpo di grazia ai figli sparandogli alla testa. È uno degli aspetti emersi dagli accertamenti compiuti sino a tarda notte dai carabinieri del Ris nella villetta di Rende, teatro della tragedia. Gli investigatori, intanto, hanno sentito alcuni parenti che abitano vicino alla villetta ma dalle loro dichiarazioni non sarebbe emerso nessun elemento utile alle indagini. L’uomo non aveva particolari problemi economici, si prendeva cura dei genitori, anziani e malati, e conduceva una vita regolare con la moglie. I figli erano ragazzi apparentemente normali: Cristiana lavorava in un call center e Giovanni era studente universitario e di tanto in tanto aiutava il padre nel negozio di famiglia. Circostanze che rendono al momento avvolto nel mistero il motivo del tragico gesto. Parla di “attacchi diabolici” contro la famiglia l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolè, in merito alla strage di Rende, dove è stata sterminata una famiglia intera in quello che sembra configurarsi come un omicidio-suicidio. L’arcivescovo, in una nota, “esprime il dolore personale e della Chiesa cosentina, chiedendo a tutti la preghiera per i defunti e la consolazione per i parenti e la comunità rendese sconvolta e attonita per quanto accaduto. Invocando la Vergine Maria, regina della famiglia, affinché custodisca la cellula primaria della società e della Chiesa, da questi eventi delittuosi e tanti attacchi diabolici contro di essa il Vescovo – si legge – ha chiesto a tutti l’attenzione alle solitudini e alle sofferenze, la solidarietà come prime vie per intercettare i segnali di difficoltà e prendersi cura della famiglia, soprattutto di quelle più giovani, indifese e in difficoltà. Assicurando la sua preghiera e la vicinanza della Chiesa anche attraverso il parroco e la comunità parrocchiale locale, l’arcivescovo – si legge ancora – resta in attesa degli sviluppi della vicenda confidando nell’opera della magistratura e delle forze dell’ordine affinché si faccia luce su quanto accaduto”. Alle strutture educative e pastorali della diocesi, che operano a favore e a servizio delle famiglie, dall’arcivescovo Nolè l’esortazione “ad un impegno sempre nuovo perché nessuno, soprattutto le famiglie, cadano nel baratro della solitudine e delle tenebre”.

 

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