Sviluppo, Russo: “Ripartire da periferie, giovani e lavoro”
“Dobbiamo investire nella crescita e nello sviluppo, nelle infrastrutture in modo che si metta la Calabria al passo con le altre realtà del Paese”. Lo ha detto il segretario generale di Cisl Calabria Tonino Russo nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Noi Cisl siamo nelle periferie con i giovani per il lavoro e per la Calabria’ che si è svolta nella sala ‘Petraglia’ della Camera di Commercio di Cosenza. All’incontro con la stampa, è scritto in una nota, era presente anche Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl Cosenza. Insieme hanno illustrato i contenuti della conferenza regionale in programma martedì 11 giugno con inizio alle ore 9,30 all’hotel ‘Europa’ di Rende. In quell’occasione è prevista la partecipazione anche del segretario confederale della Cisl Giulio Romani che concluderà i lavori della conferenza regionale. “Questo appuntamento – spiega Russo – cade in un momento particolare perché a ridosso della conferenza organizzativa nazionale della Cisl in programma dal 9 all’11 luglio a Roma e soprattutto a pochi giorni dalla manifestazione sindacale nazionale unitaria del 22 giugno a Reggio. Due momenti in cui la nostra organizzazione è tesa a dimostrare da un lato come stare ancor più accanto alle persone e ai territori e dall’altro soprattutto a sostenere le nostre proposte per rilanciare un’economia che segna il passo e non è in grado più di garantire futuro al Sud e alla Calabria in particolare. Dalla nostra regione ogni anno fuggono 4mila giovani, molti dei quali con un livello culturale alto. Un aspetto che suona come una beffa oltre che un danno per quelle famiglie obbligate ad indebitarsi per sostenere gli studi dei propri figli e poi costrette ad assistere alla loro fuga che diviene occasione di sviluppo in altre regioni del Paese. Da qui la centralità del tema sui giovani nella conferenza regionale dell’11 che si lega anche al tema del lavoro che non c’è e al disagio delle periferie. La Cisl intende ripartire proprio da queste ultime che sono innanzitutto periferie esistenziali perché luogo di sofferenza in cui i cittadini percepiscono le maggiori difficoltà e da cui i giovani fuggono per cercare un futuro.
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