Smantellata un’organizzazione reggina dedita al traffico di animali protetti (Video)

REGGIO CALABRIA. Può essere stimabile in un milione di euro all’anno il giro d’affari generato dall’organizzazione dedita alla cattura e al traffico di animali protetti smantellata dai carabinieri del Raggruppamento Cites con il supporto, in fase investigativa, del Nipaaf di Reggio Calabria e coadiuvati dai militari del Comando provinciale, del reparto Carabinieri Parco Nazionale “Aspromonte” e del gruppo Carabinieri Forestali. Un’indagine avviata nel 2016, con il coordinamento della Procura reggina, che ha portato all’arresto di sette persone, poste ai domiciliari – Francesco Repaci, di 70 anni, Pasquale Repaci (41), Giuseppe Gagliostro (55), Angelo Barilla’(46), Rocco Costantino (60), Giovanni Porpiglia (27) e Demetrio Labate (61) – oltre all’obbligo di dimora per Domenica Siclari, di 59 anni, unica donna del gruppo. L’indagine, culminata nell’operazione “free wildlife”, è stata diretta dal sostituto procuratore Roberto Di Palma e coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni. In particolare il sistema messo in atto dalla banda ha consentito ai bracconieri di catturare, per ogni postazione, non meno di 200 o 300 esemplari al giorno per un valore sul mercato clandestino oscillante a seconda della specie dai 25 ai 100 euro. Le attività investigative condotte dai militari sull’Aspromonte e su altre aree protette del territorio nazionale, hanno permesso di delineare il “modus operandi” dell’organizzazione. Gli indagati, ad esempio, dopo avere individuato le zone con maggior presenza di uccelli, generalmente vicine a corsi d’acqua, le hanno ricoperte di mangime per abituare le prede a frequentarle. Quindi, hanno posizionato in gabbie chiuse volatili della stessa specie o richiami acustici per poi installare le reti da uccellagione. Delineata anche la natura “imprenditoriale” dell’organizzazione anche in relazione alle ingenti risorse utilizzate per l’acquisto di grandi quantitativi di mangime e l’impiego di ore di lavoro per raggiungere le zone, percorrendo anche 400/500 chilometri al giorno per sopralluoghi, posizionamenti e catture. Considerando che solo nel 2016 sono stati posti sotto sequestro circa 13 mila esemplari di avifauna protetta, viva e morta, il volume d’affari annuo generato sul mercato per gli esemplari posti in commercio è stimabile in un milione di euro.