Una vecchiaia sana si prepara nel corso della vita

ROMA. “La longevità e l’invecchiamento sano si preparano per tutta la vita”. A parlare e’ Antonio Cherubini, primario di Geriatria all’Inrca (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per anziani) di Ancona. “Per mantenersi attivi ed evitare che le malattie compromettano la salute si puo’ fare molto – spiega Cherubini. Certo, la genetica è importante, soprattutto nei centenari, ma per gli altri contano l’alimentazione e lo stile di vita“.
Sono 3 i pilastri fondamentali per invecchiare bene: fare attivita’ fisica in modo regolare, prestare attenzione all’alimentazione in tutte le fasi della vita ed evitare comportamenti scorretti legati ai primi due pilastri.
“Un altro elemento è quello che riguarda le medicine – precisa il geriatra -. Molte persone anziane si ammalano e prendono farmaci, l’importante e’ prenderle seguendo le indicazioni del medico, altrimenti si annullano i benefici e ci si espone ad altri problemi. Bisogna curarsi bene”.
All’alimentazione e allo stile di vita si aggiungono poi altri elementi che, in alcune regioni italiane – come le Marche dove c’è un elevato numero di centenari – sono piu’ forti che in altre: i legami familiari forti e la presenza di una rete sociale. “Nella nostra regione non ci sono grandi citta’ ma c’e’ una diffusione di piccoli e medi centri che favoriscono legami e reti – afferma Cherubini – e poi, ma questo in linea generale non solo nelle Marche, c’è l’elemento spirituale: la fede religiosa aiuta a invecchiare meglio”.
I tre pilastri. L’attività fisica deve essere fatta in modo regolare, in tutte le fasi della vita. “Questo approccio vale fin da giovani perche’ se e’ vero che l’attivita’ fisica fa bene a qualsiasi eta’, e’ anche vero che anche chi ha fatto molto sport quando smette perde i benefici acquisiti”, spiega il geriatra.
Inoltre, bisogna fare esercizi diversi: aerobici, come camminare o nuotare, per il funzionamento complessivo dell’organismo, esercizi per sviluppare la forza con pesi e bande elastiche, “nelle persone anziane, uno dei problemi maggiori e’ la perdita del muscolo, la sarcopenia”, per evitare problemi di salute e di disabilita’, e poi esercizi per l’equilibrio per prevenire le cadute. Anche l’attenzione all’alimentazione deve esserci in tutte le fasi della vita: ad esempio, per gli anziani, a differenza degli adulti, e’ piu’ importante l’apporto di proteine per mantenere la massa muscolare, “un bisogno che si soddisfa con carne, pesce e latticini”. E poi frutta e verdura, in piu’ porzioni e di colori diversi, cereali integrali e tanta acqua, “gli anziani in genere sentono meno la sete, ma l’organismo ne ha comunque bisogno”. Insomma, e’ la dieta mediterranea quella che piu’ favorisce un invecchiamento sano, “con l’olio di oliva e una quantita’ moderata di vino”. Terzo, no ai comportamenti scorretti: nell’alimentazione evitare gli eccessi, in particolare sale, alcol, cibi molto grassi, diete dimagranti, “che, a parte in casi di malattie particolari, non sono mai indicate per gli anziani perche’ il rischio e’ quello della malnutrizione”, e fumo. Per quanto riguarda l’attivita’ fisica e’ necessario muoversi con regolarita’ durante la giornata, “altrimenti si annullanno i benefici”. Insomma, non basta mezz’ora al giorno di ginnastica se poi si sta per 12 ore seduti davanti alla tv.
Il tema della relazione tra nutrizione e invecchiamento è al centro del volume “Molecular basis of nutrition and aging” (Elsevier), volume sulla biologia dell’invecchiamento realizzato da due ricercatori dell’Inrca, Marco Malavolta e Eugenio Mocchegiani, che hanno raccolto i contributi sul tema di 150 ricercatori di tutto il mondo. “Il nostro obiettivo – spiega Malavolta, biogerontologo – era fare il punto sulla relazione tra nutrizione e invecchiamento non solo dal punto di vista geriatrico ma cercando di capire in che modo i nutrienti influenzano il meccanismo dell’invecchiamento”. Il libro contiene tutto ciò che si sa al momento sul tema, “con tutte le contraddizioni – continua il ricercatore – Ad esempio, i modelli sperimentali hanno dimostrato che la restrizione calorica da’ i maggiori benefici per l’uomo adulto, mentre a livello geriatrico sappiamo che serve un supplemento di proteine. Come conciliare questi aspetti? Questo libro è un punto di partenza per chi studia, come ricercatori e universitari, e anche per medici nutrizionisti”. La biologia dell’invecchiamento e’ la base della biogerontologia, “purtroppo, in Italia, non esiste un percorso formativo specifico nel settore – spiega Malavolta – e l’Inrca è una delle poche realta’ in cui e’ possibile fare esperienza in questo campo”. Il libro si puo’ acquistare dal sito della casa editrice Elsevier, da cui si possono anche acquistare singoli capitoli, “sicuramente un’opportunita’ per studenti e ricercatori che potranno acquistare solo i capitoli di loro interesse”.
Redattore Sociale-Ag.Dire