Vino, Statti a Molinaro: “Doc Calabria non omologherebbe nulla”

CATANZARO. “Lo dico subito, questa è una nota polemica all’indirizzo di qualcuno e vuole invece essere nuovamente propositiva verso quegli imprenditori del vino la cui passione, qualità e competenza hanno consentito di raggiungere sino ad ora importanti risultati”. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti. “Partiamo dalla polemica – prosegue Statti – perché Confagricoltura è anche disposta al confronto aspro ma rifiuta nettamente l’approccio reso evidente nell’intervento del presidente regionale di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro; un approccio strumentale, privo di contenuti e segnato dai soliti ritornelli di parole vuote e concetti arcaici. Qui non stiamo giocando alla ricerca di facili consensi, stiamo avanzando una proposta sulla quale ragionare, discutere e confrontarsi con numeri, verità e prospettive che stanno segnando il successo di altre regioni vinicole; il presidente della Coldiretti non perde, invece, occasione per continuare a fare interventi di natura non sindacale ma di bandiera con ragionamenti singolari, a tratti divertenti, complessivamente sbagliati”. “A tal punto è vero – sostiene ancora Statti – che il suo collega, il presidente della Coldiretti Sicilia, si è ben guardato dal contrastare l’avvio della Doc Sicilia e citiamo testualmente ‘La Doc è uno strumento utile, serve a stabilire le regole e ad innalzare il livello medio qualitativo del vino’ aggiungendo poi come richiesta, e solo questo, la necessità di dare più rappresentanza alle aziende medio-piccole. In Sicilia, d’altro canto, dopo l’esperienza Assovini, Coldiretti assieme a Confagricoltura, Cia, Lega delle Cooperative, Agci e Confcooperative ha fatto parte del comitato promotore della Doc e partecipa oggi – con il suo rappresentante – al consiglio di amministrazione che affianca il Presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia. Perché in quella regione, evidentemente, sono capaci, nonostante le legittime diversità di vedute, di affermare sì le proprie posizioni ma anche di guardare ai fatti, ai numeri ed alle prospettive. La Doc Calabria, dati alla mano, non omologherebbe nulla, non inciderebbe sulle distintività territoriali, non impedirebbe la valorizzazione del Cirò; accadrebbe esattamente il contrario e quando Molinaro afferma ‘nel tempo della globalizzazione beviamo locale’ dice un’assoluta sciocchezza”. “Ai colleghi imprenditori del vino a Cirò, e dunque ai protagonisti indiscussi nella patria della vitivinicoltura calabrese – sostiene ancora il presidente regionale di Confagricoltura – dico poi che quanto accaduto al Vinitaly è positivo, ma siamo in presenza solo del primo piccolo passo e che non tutto può e deve dipendere dalla politica. Confagricoltura avanza proposte e vuole confrontarsi nel merito, non ci interessano i sensazionalismi ed è per questo che, presto, organizzeremo un evento dedicato non al vino, della cui qualità siamo tutti certi e consapevoli, ma alle aziende vitivinicole, ai volumi produttivi, alle vie della commercializzazione, al confronto con altri contesti produttivi, ai riusciti tentativi di fare sistema tanto con la Doc quanto con quegli strumenti, vedi Enoteca regionale, che in Calabria languono da troppo tempo”.