SERRA SAN BRUNO. Quindici lavoratori precari del Parco regionale delle Serre sono saliti per protesta sul tetto della sede della struttura a Serra San Bruno minacciando di gettarsi nel vuoto se non avranno risposte alle loro richieste. Tra i partecipanti alla protesta anche una donna che è stata soccorsa dopo avere accusato un malore. I manifestanti, che fanno parte dei 49 lavoratori ai quali è scaduto l’anno di tirocinio, fanno presente che “la Regione, al termine del loro periodo di formazione, avrebbe dovuto predisporre un contratto di lavoro, tenendo conto che il Parco necessita di personale con queste figure professionali”. Il progetto, nato dalla collaborazione tra l’ente Parco e Calabria lavoro, si è bloccato al termine della formazione. Da qui la decisione di attuare la protesta. I lavoratori hanno rinnovato la richiesta di un incontro urgente con il presidente della Giunta regionale calabrese Mario Oliverio. “Come era facile intuire, i tirocinanti del progetto “Natura e turismo” sono pronti ad azioni eclatanti per non rinunciare a ciò che per loro ha rappresentato un’ancora di salvataggio. Si tratta di una situazione complessa, che non va sottovalutata e che anzi richiede un intervento risolutivo”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Ho già avuto modo di indicare una possibile via: quella di mettere in campo un progetto della durata di 24 mesi volto all’accompagnamento ed al reinserimento nel mondo del lavoro. Questi tirocinanti, che hanno acquisito nell’ultimo anno competenze ed esperienze, non possono essere abbandonati a loro stessi, ma devono essere sostenuti. La loro opera è stata preziosa, poiché hanno permesso di riqualificare il territorio del Parco delle Serre e di renderlo maggiormente appetibile ai flussi turistici. Continuare a organizzare incontri interlocutori, che spesso saltano, significa contribuire a far alzare il livello di tensione. Questi tirocinanti, che in molti casi sono padri di famiglia senza altre fonti di reddito, vanno ascoltati: ignorarli significherebbe commettere un grave errore”.