Alla fine le ragioni di sicurezza hanno prevalso su quelle della legittima protesta. E così i quindici operai della centrale biomasse di Cutro, di proprietà della società Serravalle Energy, nel pomeriggio di ieri hanno deciso di scendere dalla vetta della ciminiera dell’impianto sulla quale si erano asserragliati, ad un’altezza di circa sessanta metri, già dal giorno precedente. E dove avevano trascorso anche la notte, assediati dal forte vento e dalla pioggia che ne mettevano a rischio la vita. Dopo quasi due giorni di interminabili trattative il drappello di operai ha deciso di sospendere quella forma di protesta estrema, alla quale avevano fatto ricorso per sbloccare una situazione drammatica: senza stipendi dallo scorso mese di febbraio e, soprattutto, senza alcuna certezza di mantenere il posto di lavoro, alla luce dell’intricata vicenda che interessa la proprietà della centrale di Cutro che occupa 37 dipendenti oltre ad una sessantina di lavoratori dell’indotto.
Sequestrato nell’ottobre 2022 nell’ambito di un’indagine della Dda di Catanzaro che coinvolge la proprietà Serravalle Energy, la centrale perde il contributo di 20 milioni annui del Gse e l’impianto si ferma. A gestirla sono gli amministratori giudiziari finché, l’11 aprile scorso, viene dissequestrata e restituita ai proprietari. I lavoratori saliti sulla ciminiera annunciano che vi resteranno finché non avranno la certezza del pagamento degli stipendi arretrati. La vertenza registra un passo avanti quando gli amministratori giudiziari e il giudice delegato del Tribunale di Catanzaro, Santoemma, autorizzano il pagamento degli stipendi di febbraio e marzo. Ma i lavoratori chiedono garanzie per il futuro e rimangono anche la notte sulla ciminiera. Da dove decidono di scendere anche grazie “all’insistente opera di convincimento delle organizzazioni sindacali di categoria” come chiarisce una nota a firma di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil nella quale si dà atto “della tempestiva risposta alle nostre richieste” da parte del giudice e degli amministratori giudiziari, anche se “rimangono in campo grosse incertezze sulla possibile riapertura dell’impianto e quindi sul mantenimento dei livelli occupazionali”.
Il sindacato spiega che i lavoratori dell’impianto rimangono in stato di agitazione “in attesa dell’insediamento del nuovo organismo amministrativo che dovrà guidare dal punto di vista pratico e operativo la centrale, dopo il dissequestro che ha restituito il bene nelle mani degli imprenditori proprietari. Siamo infatti nella fase di transizione che dovrà portare al passaggio delle consegne tra gli amministratori giudiziari ed il gruppo imprenditoriale Serravalle”. Il sindacato auspica “che questa fase duri il meno possibile” e si possa “comprendere quale piano economico finanziario nonché quale piano industriale si intenderà adottare per dare certezze di ripresa delle attività e garanzia del mantenimento di tutti i posti di lavoro”. Nel ringraziare “i lavoratori per il grande senso di responsabilità dimostrato nel decidere di sospendere temporaneamente la forma estrema di protesta” i sindacati ribadiscono “che solo l’arrivo di risposte certe e fondate in merito alla garanzia di riapertura dell’impianto e al mantenimento dei livelli occupazionali potrà apporre la parola fine a questa vertenza complessa ed intricata”.