“La nostra terra non sarà più governata da mercanti alla Mario Oliverio, conosciuto come «Pallapalla», che dice una cosa e ne fa un’altra; che sbandiera discontinuità e poi conserva la poltrona a De Gaetano; che firma protocolli di legalità e poi tace sugli appalti dei nuovi ospedali; che si proclama giusto e poi nomina commissari abusivi; che parla di fondi europei e poi ne perde milioni; che promette di recuperare la Fondazione Campanella e poi rifiuta di agire; che afferma di lottare per la sanità e poi non impugna nemmeno un atto dei commissari Scura e Urbani”. Lo afferma la deputata del M5S Dalila Nesci. “Dopo la vittoria schiacciante a Roma e Torino, non possiamo più fermarci. -aggiunge Nesci Pensate alla faccia di «Pallapalla», che si tinge di rosso vergogna se gli dici la verità. Pensate, invece, al volto luminoso di Virginia Raggi e Chiara Appendino, donne che hanno forza, determinazione, buon ascolto e voglia di cambiare. Il confronto non regge: noi siamo diversi da loro, che fanno affari, mentono e riciclano. Volentieri gli abbiamo regalato Barbanti e Molinari, perché stare in 5 stelle significa essere coerenti, umili e lavorare ogni giorno per il futuro della comunità. La Calabria -aggiunge ancora Dalila Nesci- è la regione italiana più colpita, devastata, tradita. La ‘ndrangheta di palazzo vive sulle nostre spalle e porta fame, bruttezza, emigrazione, deserto.Ogni giorno partono centinaia di bus; schiere di persone vanno via, a Roma, a Bologna, a Milano e all’estero. Sono studenti e lavoratori che non tornano. Così perdiamo intelligenze, risorse e servizi pubblici, la cui sopravvivenza dipende dai numeri, nell’attuale sistema di violenza capitalistica. In Calabria non c’è lavoro, questo è il dramma principale. La politica impone dipendenza tramite misure clientelari, il controllo dei voti e la cappa che tutti conosciamo. Siamo rimasti indietro per colpa di una politica cieca, muta e sorda, oggi rappresentata dal raìs Oliverio, al potere da 40 anni e tra i primi responsabili dell’emigrazione di giovani e famiglie. Oliverio, i suoi amici Gentile e il governo nazionale di Boschi, loschi e banchieri hanno rubato il futuro delle nuove generazioni, togliendo a molti calabresi la speranza e la voglia di sognare. Oliverio -afferma inoltre l’esponente dei Cinquestelle- è identificato dal suo soprannome, «Pallapalla». È un politico bugiardo, teatrale e pericoloso.
Agli inizi «Pallapalla» portava la barba lunga e professava un comunismo estremo. Guardatelo oggi, sdraiato davanti a Renzi e pronto a sponsorizzare il «sì» alla riforma costituzionale dettata dai Draghi della finanza. Gaber direbbe di questi politici che «a guardarli fanno schifo». E non cambia a sentirli. La corte di Oliverio l’ha paragonato addirittura a un filosofo dell’antica Grecia. Immaginate un simposio con Platone e «Pallapalla», che gli racconta del mito delle officine della Provincia, in cui amici e parenti portano le macchine ad aggiustare a spese dei cittadini. Oppure «Pallapalla» che disserta del terzo escluso con Aristotele, Iacucci e Pignanelli, mentre all’Avvocatura regionale appoggiano la rete ospedaliera di Scura e Urbani. Se potessimo soltanto scherzare, sarebbe mezza pena. Purtroppo questi soggetti ci hanno consegnato un futuro nero, un sistema pubblico devastato e inefficiente, un territorio inquinato in ogni senso e un servizio sanitario da terzo mondo: pessimo e morente, che mortifica medici, infermieri, oss e soprattutto pazienti. L’obiettivo dei Pallapallàs è uno soltanto: stare al comando a ogni costo, anche smentendosi e vendendosi. Oggi noi partiamo con la raccolta firme per presentare in Consiglio regionale una proposta di legge concreta, tesa a gestire in modo utile il personale, a ridurre i direttori generali e a migliorare i servizi. Mentre il Consiglio regionale pensa al cranio del brigante Vilella o alla dieta mediterranea, noi proviamo a cambiare il sistema e la mentalità collettiva con un’azione reale, che non pretende di risolvere tutto. Il salto di qualità dobbiamo farlo insieme, intanto iniziando a non aver paura. Siamo un popolo, per cui dobbiamo imparare a conoscerci, a rispettarci e a volerci bene.
Essere del Movimento 5 stelle significa amare la Calabria, vuol dire riconoscere l’impegno, andare sino in fondo, studiare, approfondire, credere che l’onestà vinca sui metodi mafiosi della politica, l’oscuramento di regime, le falsità e l’arrivismo. Essere del Movimento 5 stelle significa fermare quell’emigrazione quotidiana che segna le famiglie, svuota i comuni e lascia l’aridità della cultura mafiosa. Essere del Movimento 5 stelle -conclude Dalila Nesci- vuol dire, infine, sporcarsi le mani nella fatica più sana, ma senza vantarsi, celebrarsi, esaltarsi. Vuol dire costruire insieme una Calabria pulita, bella e solidale, che abbia coscienza delle sue ricchezze, che scommetta nei giovani, che curi gli anziani, il patrimonio e il valore della vita”.