CATANZARO. “È arrivato il momento di una gestione ordinaria della sanità, che tenga conto delle reali esigenze e bisogni dei cittadini calabresi in materia di salute1. Lo affermano, in una nota, le segreterie regionali della Cgil Calabria e della Funzione pubblica Cgil. “La bocciatura del Tar Calabria dei decreti commissariali di Scura (numeri 72 e 87), che – ricordano Cgil Calabria e Fp Cgil – fissavano i tetti di spesa per le strutture specialistiche private accreditate e che effettuavano un taglio alle prestazioni erogabili dimostrano, nelle motivazioni fornite dal Tribunale, quanto la gestione commissariale abbia trascinato tutto il settore in una inadeguatezza e confusione spropositate e assolutamente non più tollerabile per la nostra Regione. In assenza di una programmazione condivisa tra i vari attori istituzionali, continuerà a essere complicato stabilire cosa deve rappresentare la sanità pubblica nella nostra Regione e quale dovrà essere l’ equilibrio tra questa e la sanità privata, in modo da ristabilire il corretto peso tra due segmenti che dovrebbero puntare alla complementarietà e non alla progressiva sostituzione del sistema pubblico. Le nostre perplessità e preoccupazioni vengono perciò confermate e, nell’attesa comunque di leggere il dispositivo del Tar, ci interroghiamo – proseguono le sigle sindacali – su chi pagherà gli ulteriori danni economici che deriveranno da tale decisione a seguito dei ricorsi presentati dalle strutture in questione a causa di una valutazione assunta in solitudine dall’attuale commissario alla Salute”. “La sentenza con la quale il Tar ha bocciato i decreti emanati dal commissario Massimo Scura in materia di budget della specialistica ambulatoriale suggella un principio fondamentale: tagliare le risorse alle strutture private accreditate equivale a tagliare le prestazioni sanitarie ai cittadini”. Lo sostiene, in una nota, Gennaro Lamberti, presidente nazionale di Federlab Italia, l’associazione dei laboratori di analisi cliniche accreditati e dei centri poliambulatori privati “con oltre duemila strutture associate – si rileva nel comunicato – presenti su tutto il territorio nazionale”. “Nessun risparmio di spesa può essere decretato – aggiunge Lamberti – se ciò si traduce in un mancato soddisfacimento dei fabbisogni e dei livelli minimi di assistenza. I decreti del commissario Scura hanno drammaticamente violato i fabbisogni minimi dei calabresi.”