“La nostra generazione può realizzare il cambiamento, può sconfiggere la cultura della violenza e delle armi da fuoco in America, senza aspettare che siano gli adulti o i politici a fare il primo passo”. Un messaggio carico di speranza quello di Zion Kelly, attivista americano della March for our lives, intervenuto questa mattina a Lamezia Terme nell’auditorium del liceo Campanella per l’unica tappa calabrese della Carovana della nonviolenza, promossa da PaxChristi Italia, partita ieri da Catania, che si concluderà con la partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi domenica prossima.
L’iniziativa a Lamezia, organizzata dalla sezione locale della Pax Christi diretta da Nino Campisi in collaborazione con il dipartimento di religione del liceo Campanella delle docenti Rosa Palazzo, Lucia Paola e Maria Pileggi, ha visto la partecipazione, oltre a Zion Kelly, di Karen Lee, docente del liceo di Parkland in cui il fratello di Zion restò ucciso nella strage di San Valentino a febbraio scorso.
“Di fronte alle stragi nelle scuole sempre più all’ordine del giorno negli Usa – ha spiegato Kelly parlando della grande mobilitazione di Washington del 14 marzo scorso che ha coinvolto oltre 850mila persone – abbiamo capito che era giunto il momento di mobilitarsi, di dire basta. La tragedia ormai non riguarda più solo le scuole, tanti nostri coetanei rischiano la vita anche nel tragitto per andare e tornare da scuola. Fino a qualche anno fa pensavamo fosse impossibile negli Stati Uniti spezzare una certa cultura per cui è facilissimo per un giovane avere a disposizione una pistola e magari portarsela a scuola. La grande risposta che abbiamo avuto ci dimostra che è possibile, è possibile il cambiamento”.
Dire no alle armi, per Kelly, “è un fatto legislativo e in questo senso sappiamo che ci sono tantissime resistenze da parte dei politici a modificare le leggi in materia, visto anche il contributo che le lobby delle armi offrono alle campagne elettorali”, ma è anche “un fatto culturale: occorre cambiare l’approccio dei cittadini verso le armi, lanciare il messaggio che siamo al mondo non per odiare ma per amare”. Il movimento delle March for our lives è impegnato in questi mesi per incentivare la partecipazione dei più giovani al voto, visto il basso tasso di affluenza elettorale negli Stati Uniti, a cominciare dalle prossime elezioni di midterm.