Il 42% dei ragazzi delle scuole medie di Cosenza ha risposto positivamente almeno a due domande del questionario somministrato sui comportamenti a rischio per anoressia e bulimia e questo dato rileverebbe una probabile manifestazione di sintomi di disturbi alimentari (provare conati di vomito, la preoccupazione per la perdita di controllo sulla quantità di cibo ingerita, la perdita di più di 6 chili di peso in circa 3 mesi, il ritenersi grassi anche quando gli altri li ritengono eccessivamente magri ed il riconoscere che il cibo domina la propria vita). E’ quanto emerge dallo studio condotto dalla nutrizionista Achiropita Curti e dalla psicologa Angelo Funaro, finanziato dall’amministrazione comunale di Cosenza (settore educazione, di cui è dirigente Mario Campanella) e presentato questa mattina nella sala Quintieri del Teatro Rendano. Lo studio è durato sette mesi. Il campione su cui si è lavorato ha riguardato 285 studenti delle classi di terza media, di età compresa fra i 12 e i 14 anni Il questionario rivela una probabile manifestazione di sintomi di disturbi alimentari quando ci sono almeno due domande con risposta positiva. BEDS-7 (Binge-Eating Disorder Screener – 7 item) è uno strumento di screening che permette di individuare i segni e i sintomi caratteristici del Disturbo da alimentazione incontrollata, indagando, in particolare, la presenza di episodi di abbuffata compulsiva. L’indagine è stata condotta tra ottobre 2017 e maggio 2018. Il problema dell’obesità infantile sta diventando una sorta di emergenza sociale. Addirittura in età prescolare, in bambini di circa 5 anni, si è assistito ad un aumento del tasso di prevalenza di problematiche legate al peso che è passato dal 4.2% del 1990 al 6.7% nel 2010 (De Onis et al, 2010). Questo incremento desta non poche preoccupazioni, dal momento che i bambini con obesità infantile hanno maggiori probabilità di diventare adulti obesi, con ricadute di tipo fisico, quali ad esempio malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro (Lloyd et al., 2012), e conseguenti basse aspettative di vita, e di tipo psicologico, quali maggiore ansia, depressione e problemi comportamentali (Eschenbeck et al, 2009; Reilly & Kelly, 2011).