REGGIO CALABRIA. “Ringrazio i colleghi che mi hanno votato come vice Presidente del consiglio regionale. La presenza del nostro gruppo ha consentito di eleggere subito l’ufficio di presidenza, senza perdere tempo. Ho ricordato nel mio intervento come sia necessario costruire ponti di convergenza sui grandi temi della nostra Regione, separando le istituzioni dal governo, ma convergendo in favore dei calabresi”. Lo ha detto Pino Gentile (Ncd), dopo la sua elezione a vice presidente del Consiglio regionale. “La legislatura che si apre – ha aggiunto – dovrà essere produttiva. I nostri corregionali hanno bisogno di certezze. Rivolgo l’augurio di buon lavoro ai presidenti Oliverio e Scalzo e a tutti i colleghi consiglieri”. “L’augurio è che questo quinquennio porti progresso e benessere alla nostra Calabria e sappia cogliere i bisogni inespressi di una popolazione sfiduciata e impoverita da una crisi economica che non ha avuto eguali nemmeno nella drammatica storia del novecento” ha detto Gentile, aprendo la prima seduta della decima legislatura come consigliere anziano, rivolgendosi anche “alla stragrande maggioranza dei calabresi che non ha votato alle ultime elezioni regionali, inviando un messaggio chiaro e netto di sfiducia verso le istituzioni che va ascoltato e compreso, ma non cavalcato sull’onda dell’antipolitica. Per ognuno di noi, che è stato scelto dal popolo calabrese, quel dato è sconfortante e ci incita ad essere attori di una stagione che sia caratterizzata dall’impegno costante e credibile e che avvicini l’opinione pubblica alla politica”. “Per questo, non dobbiamo mancare di rispetto all’Istituzione , poiché essa è il frutto di democrazia popolare – ha continuato Gentile-. Dobbiamo amarla e rispettarla, ridandole prestigio e se la Giunta regionale è legittimata dal consenso e la norma assegna prevalentemente al Presidente il compito di governare, sarebbe sbagliato, però, pensar che tutto questo porti ad un’autoreferenzialità, come è accaduto nel passato recente e meno recente”. Per Gentile, “le azioni di governo vanno indirizzate ad un benessere che è patrimonio universale. La pubblica amministrazione, specie nel Sud, gode di pessima fama e non sempre a torto. La sua impalcatura nel regionalismo è ancora quella di un elefante al cui interno si muovono troppe discrezionalità. È fondamentale – ha aggiunto ancora Gentile- che si possa dare senso compiuto alle necessità di giovani, e meno giovani, che ambiscono a concorsi, selezioni, trasparenti e meritocratiche. Non si tratta di mettere in gioco scontri tra legislatori e dirigenti, ma di condividere le responsabilità e attuare fino in fondo le riforme, facilitando anche un ricambio generazionale nelle strutture”. Ricordando che “la politica si è autoridotta i compensi “, per il vicepresidente la stessa cosa andrà fatta con i dirigenti, utilizzando le risorse risparmiate per aiutare i più deboli. È altrettanto fondamentale – ha rilevato Gentile- che si avviino riforme che non vadano in contrasto con la legge dello Stato e si concertino azioni che possano contemporaneamente tutelare le funzioni di ognuno, senza buttare a mare il regionalismo”. Riguardo Giunta e Consiglio, Giuseppe Gentile richiama una proficua collaborazione, nell’ambito delle specificità assegnate loro dalla legge, così come la necessità “che la nostra sanità torni a regime, godendo di quei diritti che altre Regioni hanno potuto godere. La Calabria ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutte le altre Regioni italiane e per questo dovremo lottare, tutti insieme, per sanare una ferita aperta. Si tratta di compiti, di onori e oneri che vanno alla maggioranza, ma di cui la minoranza non può essere estranea specie in un’Assemblea ridotta a trenta componenti. La lontananza netta e decisa dalla criminalità è un percorso che deve tenerci tutti uniti, realizzando nel contempo iniziative di sviluppo dei territori”. A conclusione del suo intervento, Giuseppe Gentile ha salutato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “che tra pochi giorni lascerà volontariamente il Quirinale e a cui siamo tutti grati per la grande figura di statista denotata anche in questo gravoso impegno” e Flora Sculco, unica rappresentante del mondo femminile, dicendosi “dispiaciuto per l’esigua presenza di un mondo vitale, che è all’avanguardia nei processi migliori che si compiono all’interno della Calabria”. Nella speranza “che la Giunta possa valorizzare le attese della regione intera in merito all’Expo 2015, occasione di rilancio preziosa per tutto il territorio nazionale”, il vice presidente ha richiamato la storia culturale di una terra che ha dato prestigio e lustro al pensiero occidentale. “È – ha concluso – una storia scolpita in questo Palazzo che porta il nome di uno dei più grandi filosofi della storia calabrese”.