“Le posizioni assunte dalla Cgil sulla tendopoli di S. Ferdinando, ci lasciano alquanto perplessi se non critici. Legacoop Calabria e, con essa, il settore delle Cooperative Sociali ed il comparto delle politiche sui migranti, si pongono alcune domande alle quali le risposte non possono, e non debbono, essere immediate, ma ben ponderate”. È quanto si legge in una nota di Legacoop Calabria. “Come è possibile – prosegue la nota – che dopo tanti anni di ‘fenomeno’ dei migranti, da dopo i fatti di Rosarno almeno, ancora stiamo qui a discutere di tendopoli, o altre sistemazioni di emergenza, che tutto fanno tranne che garantire la sicurezza e la dignità della persona? Come è possibile che ad oggi non si sia puntato ad una accoglienza integrata e diffusa, come suggerisce ora, giustamente, la Regione Calabria e come sostenuto dalle nostre cooperative dal lontanissimo 1998 (ben prima della nascita degli Sprar). Come è pensabile che, con l’attenuante della emergenza, si possa riproporre la stessa soluzione che ha, palesemente, fallito. Ci spiace anche che la Cgil usi un tono moralista nel voler affrontare la discussione. Le loro notti insonni sono le stesse di chi da anni opera direttamente, o indirettamente, nel settore ma, al contrario loro, non la hanno mai usata come elemento di dibattito. La situazione attuale è tra le più difficili che si siano verificate dal dopoguerra ad oggi. Ci troviamo con un governo estremamente reazionario che ci fa percepire come la nostra Democrazia sia in pericolo. Per questo motivo pensiamo che, da subito, bisogna indire un tavolo regionale, di chi opera nel settore migranti a vario titolo, per attivare urgentemente, questo sì, le varie azioni, quelle indicate e condivise, che possano portare ad una reale e veloce accoglienza diffusa che sicuramente garantirà la dignità e la sicurezza di queste persone, di questi lavoratori. A questo tavolo dovranno essere coinvolti anche i migranti e le associazioni formatesi negli anni”. “Contemporaneamente – conclude Legacoop Calabria – ci dobbiamo sforzare a trovare una unità che possa fare da argine a quanto sta succedendo. Una unità che non deve essere solo sulla tematica immigrazione ma su tutti gli argomenti che riguardano l’uomo, i diritti e la salute. Confidiamo che la Regione Calabria possa rispondere, velocemente, a questo nostro appello”.