Hanno fatto visita alla la mostra “Gli strumenti musicali nella tradizione popolare calabrese”, allestita dallo scorso mese di dicembre nella suggestiva Chiesa Scala Coeli nell’ambito della sedicesima edizione numero del “Tarantella Power”. Il festival tematico sulla danza e la musica tradizionale calabrese creato e diretto dall’associazione Arpa, si è svolto nel comune di Tiriolo, guidato dal sindaco Domenico Greco, dal 22 dicembre 2018 al 5 gennaio scorso. La mostra, allestita con la supervisione dei direttori artistici del Festival Antonio Critelli e Danilo Gatto, rappresenta un viaggio interessante e affascinante nella storia e nella cultura della Calabria attraverso gli strumenti musicali. Nella nostra regione, infatti, si è espressa una musica ed una poesia a tratti originali che hanno accompagnato per generazioni la vita delle popolazioni, dando voce agli stati d’animo individuali più profondi. Ci sono le zampogne, la lira calabrese, i flauti, i tamburelli che con l’organetto e i bassi sono gli strumenti della tarantella riggitana. E così, tra una teca e un’altra, gli alunni delle scuole primaria e media di Tiriolo hanno scoperto che quello che chiamano flauto in realtà ha tanti nomi e tanti formati: ci sono i ciaramedduzzi, a zommara, u farautiu, a zumbettana. La maggior parte dei flauti calabresi, ad esempio, sono a cinque buchi, lavorati al coltello e poi variamente decorati con intagli e pirografie ottenute con un ferro arroventato. Il fischietto è auto costruito, i fischietti (doppi flauti), seguono in generale l’accordatura delle zampogne in uso nella zona. E’ stato Tommaso Leone, associato dell’Arpa e fine conoscitore della musica popolare calabrese, è stato spiegato, ad esempio, che i materiali della musica popolare sono intimamente legati alla terra, ai luoghi, all’economia tradizionale: pelli di capra per gli otri e i tamburi, ossi e corni di bue per adornare e rifinire le zampogne, e ancora crini di cavallo per gli archetti, budello o fibre vegetali intrecciate per le corde, canne per le ance. Una esperienza didattica originale, insomma, per “leggere” la storia calabrese attraverso le note musicali che sanno toccare sempre le corde più intense dell’animo di chi sa ascoltare.