CATANZARO. “Gli ultimi segnali lanciati dal dirigente regionale Domenico Pallaria indicano che si vuole trasformare Sorical in società interna della Regione. Finora diversi sindaci dei Comuni dell’Autorità idrica calabrese hanno mostrato costante debolezza a riguardo, sperando in aiuti del governatore Mario Oliverio, magari per un’aiuola pubblica o per sopportare gli oneri sui rifiuti”. Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, rispettivamente componenti delle commissioni Ambiente e Agricoltura. “Avevamo avvertito i calabresi – proseguono i due parlamentari – della volontà politica, di Oliverio, di istituzionalizzare per sempre, a spese dei contribuenti, l’attuale gestore del servizio idrico, Sorical, insieme alla Regione responsabile d’aver applicato a lungo tariffe illegittime e fatturato ai Comuni circa 150 milioni oltre quanto consentito dalle norme. Sul punto sta indagando Arera, a seguito di nostra espressa richiesta. L’aspetto più grave è che, noto lo scandalo delle tariffe gonfiate, si vorrebbe perfino premiare il ‘carrozzone’ Sorical per anni di gestione fallimentare, caratterizzati da assunzioni discutibili e incarichi prezzolati ad ‘azionisti’ del sistema di potere. Adesso il socio privato Veolia è dato in uscita dopo aver lucrato senza, a quanto pare, aver investito la sua parte, di quasi 100 milioni di euro. A ciò si aggiungano i 200 milioni e passa della garanzia fideiussoria per l’affidamento a Sorical degli acquedotti regionali, soldi di cui da più versanti si lamenta la scomparsa”. “Se non bastasse, secondo i dati del 2015 le reti idriche calabresi – sostengono ancora d’Ippolito e Parentela – avrebbero perso tra il 65% e il 41% d’acqua, la situazione odierna non appare diversa e il commissario liquidatore di Sorical ha riferito del rischio default e del bisogno, ancora, di 1,5 miliardi di euro. Il quadro è fin troppo chiaro, per cui è inammissibile salvare Sorical con i soldi dei calabresi”.