“Governo e Parlamento sono al lavoro per le colture bio locali mentre la Regione Calabria boicotta i produttori non pubblicando i bandi europei”. Lo afferma la senatrice Rosa Silvana Abate che aggiunge: “Bloccate seimila aziende ma nessuna polemica: chiesti chiarimenti agli uffici per sbloccare al più presto la situazione. Le misure attualmente sospese – spiega – riguardano il 2017 e sono due: pagamenti per l’introduzione di metodi e pratiche biologiche e, la seconda, pagamenti per mantenimento di metodi e pratiche biologiche. Riguardano, quindi, sia chi già fa biologico sia chi si approccia a questo tipo di colture, fondamentali per la Calabria. 2934 aziende hanno fatto domanda di introduzione al sistema biologico mentre quelle ammissibili per il mantenimento sono 2983 aziende. Numeri importanti che ci parlano di un blocco di quasi 6000 imprese che già sostengono, tra i vari costi, anche quelli dell’organismo di controllo e avrebbero diritto ad una quota di rimborso per la minore produzione che esse hanno operando in bio. Non abbiamo interesse a fare polemiche sterili, anzi. Ci interessa capire perché sta succedendo questo e perché dal 2017 c’è questo blocco. Anche perché a novembre – racconta ancora la senatrice – s’era tenuta al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo una riunione della filiera agrumicola organizzata dal sottosegretario M5S Alessandra Pesce. Per la prima volta abbiamo fatto sì che vi che partecipassero anche le piccole colture biologiche di nicchia della Calabria come il Cedro, rappresentato dal suo Presidente Angelo Adduci, le Clementine IGP di Calabria, i Limoni di Rocca Imperiale, i Pompelmi, oltre alle organizzazioni produttori (OP) regionali”.