E’ polemica nel Pd calabrese dopo l’assemblea nazionale del partito che ha incoronato Nicola Zingaretti nuovo segretario e designato la direzione. Nei dem della Calabria, infatti, sta facendo discutere la presa di posizione, espressa prima sui social e poi in una chat, del senatore Ernesto Magorno, leader territoriale dell’area che fa riferimento a Matteo Renzi e ultimo segretario regionale del partito, oggi affidato alla guida del commissario Stefano Graziano. In particolare, Magorno contesta il mancato inserimento di importanti esponenti renziani nella direzione nazionale e le prime esternazioni del segretario nazionale. “E’ sbagliato pensare a un’ammucchiata, stile Unione, in vista delle prossime elezioni, europee: Zingaretti vuole forse tornare al passato, a quel passato che non ha mai portato buoni frutti. Zingaretti eviti errori”, ha scritto dapprima in un tweet Magorno, che poi, in un gruppo privato su whatsapp, ha ulteriormente specificato la sua visione. “Ieri – ha riferito in chat Magorno – è stata una brutta giornata, è iniziata la restaurazione. Io come molti altri non ci stiamo. Lotti e molti di noi non siamo entrati in direzione. Per quanto mi riguarda mi sento di avere le mani libere. Per le regionali, non sosterrò la candidatura di Oliverio e se si candiderà promuoverò un’altra coalizione. Sto mettendo in campo una lista che si chiamerà ‘Un’altra strada per la Calabria’. A replicare a Magorno è stata la segreteria provinciale del Pd di Cosenza, che, in una nota, ha definito quelle del senatore dichiarazioni “assai gravi, anche perchè provengono da un rappresentante istituzionale del Pd che, tra l’altro, fino a ieri ha ricoperto la massima carica di direzione politica in Calabria. Magorno annuncia non di voler fare una battaglia politica interna al Pd ma addirittura di voler presentare una coalizione e una lista alternative. Se Magorno vuole uscire dal Pd non indugi”. Secondo la segreteria provinciale del Pd di Cosenza, infine, “la presa di posizione di Magorno impone però anche una assunzione di responsabilita’ da parte di Zingaretti e dello stesso commissario regionale del partito: entrambi non possono far finta di niente”.