Dare un esempio concreto di impegno sociale, di lotta a tutte le forme di violenza e di risveglio delle coscienze, a Catanzaro e in tutta la Calabria, nel ricordo delle vittime innocenti della mafia. È stato questo il tratto distintivo della “Giornata regionale della memoria” che “Libera”, in collaborazione con “Avviso Pubblico”, ha organizzato giovedì 21 marzo a Catanzaro e in contemporanea in diverse piazze delle città italiane. L’evento ha registrato una notevole partecipazione, quantificata in circa 8.000 presenze dagli organizzatori: ad animare la manifestazione, soprattutto, moltissimi studenti e moltissime associazioni cattoliche e di volontariato, provenienti da ogni angolo della Calabria, arrivati a Catanzaro con circa 40 pullman. Sono stati loro a colorare il corteo che di prima mattina ha attraversato le strade del centro di Catanzaro, con, in prima fila, i familiari delle vittime innocenti della ‘ndrangheta, come la madre di Gianluca Congiusta e quella di Massimiliano Carbone. Al loro fianco, i militanti di “Libera”, guidati dal referente regionale, don Ennio Stamile, e dalla referente per la provincia di Catanzaro, Elvira Iaccino. Nel corteo c’erano anche rappresentanti istituzionali tra cui il prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, il questore Amalia di Ruocco, il vicepresidente della Regione, Francesco Russo, il presidente della Commissione regionale anti-’ndrangheta, Arturo Bova, il presidente della Provincia e sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, tanti sindaci calabresi con i gonfaloni dei loro Comuni, tra cui il primo cittadino di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, i segretari generali della Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, esponenti del mondo produttivo e imprenditoriale regionale e catanzarese. “Tutte presenze – ha rimarcato don Stamile – che sono un segnale importante del fatto che si è compresa la grande opportunità di questa giornata per scuotere le coscienze e di stare accanto ai familiari delle vittime innocenti di mafia, affinché il loro dolore e il loro grido di verità e giustizia siano anche i nostri. La Calabria dimostra di essere una terra che sa reagire, che sa dire di no alla ‘ndrangheta, che è il male assoluto, che vuole dire no a ogni forma di violenza, di soprusi, di chiusura, ed è anche – ha rilevato il referente regionale di ‘Liberà – l’occasione per lanciare un appello alla conversione”. Il corteo ha quindi raggiunto Piazza Prefettura, nel cuore del centro storico, dove è stato ascoltato in collegamento da Padova l’intervento del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, e sono stati letti i nomi delle mille vittime innocenti di mafia censite dall’associazione. “Mille nomi, mille ferite aperte, tanto dolore ma – ha detto dal palco Matteo Luzza, in rappresentanze delle famiglie delle vittime di mafia – nello stesso tempo la speranza dei colori della primavera, la consapevolezza che la vita di quelle vittime cammina sulle vostre gambe”. Don Stamile ha esortato anche il capoluogo di regione: “Catanzaro svegliati, perché la ‘ndrangheta è anche qui, anche se non si uccide. È presente con pizzo, con lo spaccio della droga. Percorriamo insieme orizzonti di verità e giustizia per democratizzare lo sviluppo”.
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