Sta facendo discutere a Catanzaro l’iniziativa dell’assessore comunale all’Ambiente, Domenico Cavallaro, di utilizzare droni per documentare i lavori di manutenzione delle aree verdi e di diserbo stradale in alcune aree del territorio e di pubblicare sul web, in particolare sulla pagina facebook del Comune, un primo video realizzato con l’ausilio dei velivoli telecomandati. L’assessore Cavallaro ha lanciato l’iniziativa come “operazione trasparenza sul verde pubblico nella città di Catanzaro”, spiegando in una nota che “pubblicando sul web una serie di filmati con immagini panoramiche girate in tutta la città vogliamo mostrare ai cittadini lo stato effettivo dei nostri quartieri, garantendo così la massima trasparenza e visibilità rispetto agli interventi effettuati dal settore ambiente” e annunciando altri video nei prossimi giorni”.
Nelle ultime ore non sono mancate le voci critiche all’iniziativa. Secondo il capogruppo di “Fare per Catanzaro” al Comune, Sergio Costanzo, “Cavallaro non ci spiega chi ha autorizzato le riprese con il drone, da chi è stato realizzato il video, oppure chi ha pagato le riprese, se con fondi pubblici o di tasca privata. La verità che emerge ad alta quota è l’ennesima beffa per i cittadini, un sonoro schiaffo che porta anche la firma del sindaco Abramo, che – ha sostenuto Costanzo – vorrebbe farci vedere una città di profilo elvetico. Ma non è cosi”. Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione “I Quartieri”, che ha reso noto di aver presentato questa mattina al Comune “formale richiesta di accesso agli atti, al fine di verificare se le riprese effettuate dal drone dell’assessore Cavallaro, possano aver violato” norme di legge, e di aver segnalato la vicenda anche al prefetto di Catanzaro: “Vorremmo ricordare al sindaco Abramo e in subordine all’assessore Cavallaro – ha osservato l’associazione ‘I Quartieri’ – che la seconda edizione del Regolamento Enac ‘Mezzi aerei a pilotaggio remoto’ non esime l’operatore dal tenere conto delle altre autorizzazioni previste dalla normativa attuale, in particolare quelle richieste dagli enti locali per quanto riguarda le riprese video”.
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