“Il servizio sanitario calabrese per provare a risalire dal baratro in cui si trova ha bisogno di una ristrutturazione profonda”. Lo dichiara il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo. “Una ristrutturazione – spiega – che non può essere realizzata senza il consenso sociale della Calabria onesta e perbene, senza il consenso della stragrande maggioranza dei calabresi. Cittadini di una regione che, nonostante paghino tasse esose, per curarsi sono costretti a patire i disagi di un sistema sanitario regionale che non funziona e, anziché migliorare, peggiora di giorno in giorno. Una Calabria onesta e perbene rappresentata da quegli operatori sanitari che, con grossi sacrifici personali e familiari, hanno cercato di tamponare, in questi anni, le disfunzioni del sistema e, per contrappasso e come effetto distorto della mancanza di ricambio professionale, non vedono diminuire i propri carichi di lavoro, non vedono arrivare la tanto attesa stabilizzazione e si vedono, invece recapitare, addirittura, le lettere di licenziamento. E ancora, lavoratrici e lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, dopo aver prestato per anni, una dura e competente opera all’interno di diverse ditte; attività sanitarie importanti che se venissero internalizzate, produrrebbero addirittura un risparmio per le già esangui casse regionali”. È inaccettabile, aggiunge Biondo, “e, per certi versi per nulla onesta, la presunta azione risanatrice di coloro i quali, mostrandosi troppo timorosi e indecisi nel mettere sotto controllo ciò che nel sistema è da anni fuori controllo: organizzazione del lavoro e funzionamento delle aziende sanitarie regionali, riordino di appalti e fornitura di beni e servizi; mostrano invece, una condotta determinata e al limite dell’arroganza nel continuare a colpire il già precario mondo del lavoro dipendente, il cui costo, nella spesa complessiva della sanità regionale, non soltanto è stato ridimensionato negli anni da un federalismo fiscale a trazione nordista, ma è addirittura da molto tempo sotto controllo. La stessa Corte dei Conti, di recente – ricorda – ha sentenziato che, negli ultimi dieci anni, i tagli della spesa pubblica da parte dello Stato per il personale della sanità, hanno penalizzato fortemente il Mezzogiorno e, in particolar modo, la Calabria”.
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