Come annunciato subito dopo la sua morte, e a seguito di diverse sollecitazioni, i famigliari di Antonello Stanizzi – giornalista ed esperto di pubblicità a livello nazionale – intendono pubblicare un libro con ricordi, testimonianze, aneddoti, fatti curiosi, particolari, scritti direttamente dagli amici, colleghi, parenti e da chi lo ha conosciuto. Ne potrebbe venire fuori non solo un profilo a più voci, talora inedito, di Antonello con la moglie Meris Berti e il figlio Tommaso, ma anche uno spaccato di un’epoca irripetibile e ormai irrimediabilmente perduta. Da quest’ultimo punto di vista l’iniziativa editoriale rappresenta un documento storico, sociologico, culturale.
I contributi scritti devono pervenire ai seguenti indirizzi mail: comunicati@alice.it francesca.stanizzi@telecomitalia.it entro e non oltre il 31 Dicembre 2019.
Il giornalista e manager pubblicitario Antonello Stanizzi morì due anni addietro nell’ospedale di Negrar, in provincia di Verona, dove si trovava ricoverato da qualche giorno per un male incurabile. Originario di Cropani, fratello del giornalista Luigi Stanizzi e dell’impiegata Telecom Francesca Stanizzi, aveva solo 63 anni. Giornalista pubblicista dal 1979, iniziò la sua attività come corrispondente della “Gazzetta del Sud”, collaborò con “Il Giornale di Calabria” e altre testate locali e nazionali, oltre che con radio e televisioni. La sua passione era il mondo pubblicitario, nel quale raggiunse i vertici a livello nazionale. Dal 1981 all’85 coordinatore pubblicità di Repubblica a Milano, poi direttore per Manzoni filiali Emilia, Campania, Trentino e Verona. Dal 1993 passò al vertice di Publiadige Verona gruppo Athesis. Medaglia d’oro al lavoro dell’Associazione Calabresi nel Mondo, ricevuta in Campidoglio. Innamorato della Calabria tornava sempre nella sua terra nel periodo estivo o quando poteva. Lasciò la moglie Meris Berti, ch emorì dopo qualche mese, e il figlio Tommaso Stanizzi.
Ecco come lo ricorda La Cronaca di Verona e del Veneto. <<Se n’è andato in punta di piedi, com’era nel suo stile. Ci mancherà lo stile garbato ed elegante, anche se fermo, di “Antonello” (all’anagrafe Francesco Antonio) Stanizzi, comprese le sue battute da uomo del Sud, un vero ragazzo di Calabria. A piegarlo è stato un male che non gli ha dato scampo. Dalla fine dello scorso anno, mentre attendeva la meritata pensione dopo una vita condotta da top manager nell’editoria e nella pubblicità e progettava un futuro di tranquillità, si era accorto di avere un “compagno” scomodo che gli dava qualche problema ai polmoni, ma non ha mai fatto pesare sulla Redazione della Cronaca quei problemi sanitari che sono divenuti via via più pressanti. Ha lavorato fino all’ultimo alle sue iniziative editoriali, alternando le sue presenze con le radioterapie all’ospedale di Negrar. Erano i suoi venerdì di passione. Poi lo rivedevi al lunedì bello carico e combattivo alla sua scrivania a intessere le sue relazioni. Ma evidentemente lui conosceva a fondo quella che era la sua condizione. Ed è lì al Sacro Cuore di San Giovanni Calabria, dov’era stato nuovamente ricoverato dopo la ricaduta di quest’ultimo mese, che si è spento l’altra sera, assistito dall’inseparabile moglie Meris e dal figlio Tommaso. Stanizzi avrebbe compiuto 64 anni il prossimo 2 settembre. Antonello era un professionista che per lavoro ha girato l’Italia, ma aveva trovato un rifugio a Negrar, nella tranquillità della Valpolicella. Un requisito che ha voluto anche per la sua sepoltura.
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