La Corte costituzionale si pronuncerà il 15 gennaio prossimo sull’ammissibilità del referendum sulla legge elettorale della Lega, che trasformerebbe il Rosatellum in un maggioritario puro, all’inglese, con soli collegi uninominali. Per quella data è stata infatti convocata la camera di consiglio a cui parteciperanno i promotori del referendum, cioè 7 consigli regionali a maggioranza leghista, e, se lo chiederà, anche il Governo. Il deposito delle motivazioni della sentenza deve avvenire entro il 10 febbraio.
Una settimana fa era stata la Corte di Cassazione, cui spetta la valutazione sulla legittimità del referendum, a dare il via libera al quesito proposto dalle regioni e materialmente depositato dal vice presidente del Senato Roberto Calderoli. La Corte costituzionale deve invece ora pronunciarsi sull’ammissibilità del referendum. La Costituzione pone dei limiti sull’oggetto del referendum che, secondo l’articolo 75 della Costituzione, non può riguardare leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Altri paletti sono stati individuati dalla stessa Consulta, anche sotto il profilo del quesito che deve rispondere a criteri di razionalità, omogeneità e coerenza.
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