Non usa mezzi termini il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza: sul fenomeno dei migranti mancano “scelte politiche che dovrebbero risolvere e prevenire” fenomeni come lo sfruttamento, “assicurando a questa gente condizioni di vita dignitose che potrebbero esporli a minori pericoli”. Il magistrato non nasconde la sua “amarezza” per l’ennesima operazione compiuta contro gente senza scrupoli, i famigerati caporali, che sfruttando le già precarie condizioni in cui si trovano a vivere tanti extracomunitari che d’inverno “invadono” la piana di Gioia Tauro per la raccolta di arance e mandarini, li mandano a lavorare 12 ore al giorno per 3 euro l’ora grazie a imprenditori agricoli compiacenti. Un’operazione condotta dai carabinieri e che ha portato all’arresto di 13 caporali anche loro extracomunitari e 7 imprenditori agricoli. Certo, il magistrato manifesta “compiacimento” per l’esito dell’operazione, ma non nasconde di “dovere prendere atto ancora una volta della funzione supplente che la magistratura svolge”. Di operazioni come quella di oggi nella Piana di Gioia Tauro ne sono state condotte tante nel corso degli anni. Questa, però, si differenzia dalle altre per un particolare di non poco conto: a dare il via alle indagini è stata la denuncia di un migrante, esasperato dalle vessazioni subite per poter guadagnare una miseria. Una circostanza che mai si era vista prima e che giunge a dieci anni da quella che fu definita la “rivolta dei neri”.
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