Primo caso conclamato di contagio da coronavirus a Reggio Calabria. La Direzione Aziendale del Grande Ospedale Metropolitano ‘Bianchi – Melacrino – Morelli’ ha confermato che attraverso un doppio controllo virologico, un caso di infezione in un paziente ricoverato nel pomeriggio di mercoledì. “Lo stesso – spiega l’Azienda Ospedaliera – aveva fatto ricorso al Pronto Soccorso attraverso il percorso dedicato alla sindrome influenzale predisposto dal Gom riferendo un collegamento epidemiologico con un caso confermato di COVID-19. Le condizioni cliniche del paziente sono buone e gli accertamenti eseguiti non destano, in atto, alcuna preoccupazione”. Sono già scattate le procedure per l’individuazione epidemiologica dei soggetti venuti a contatto con il paziente, verso i quali sarà disposta la quarantena domiciliare, per le persone asintomatiche, e il controllo specifico con tampone per quelle sintomatiche. Intanto “le condizioni del paziente risultato positivo al test Coronavirus, effettuato nel nostro ospedale, sono stabili”. A dirlo è il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, Nicola Maurizio Salvatore Pelle, che ha spiegato come “per l’uomo di 67 anni che si trova ricoverato nel reparto di Malattie infettive si stia ancora aspettando il risultato del secondo tampone dall’Istituto superiore di Sanità”. Pelle ha parlato di altri casi sospetti a Catanzaro per i quali è stato necessario effettuare un tampone: “In tutto quattro. Per due abbiamo già ottenuto il risultato che è negativo, per gli altri siamo in attesa di risposta”. Il direttore ha anche confermato che il paziente arrivato al pronto soccorso dell’ospedale “ha dichiarato di essere stato solo a Canazei (Trento), quindi non in zona Rossa, per questo si sta verificando se chi è entrato in contatto con lui tra il personale sanitario, lo ha fatto senza le protezioni necessarie, così da prendere misure adeguate come l’isolamento. Una organizzazione interna che serve a garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti”. Per i familiari e i contatti che il paziente può aver avuto fuori dall’ospedale, Pelle ha sottolineato come “facoltà dell’Azienda sia solo quella di comunicare tutto al Dipartimento di prevenzione dell’Asp” perché “possiamo solo agire all’interno delle mura ospedaliere”.
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