Beni per oltre 34 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza ad Angelo Restuccia, 83 anni, imprenditore. Il provvedimento è stato eseguito da militari del comando provinciale delle Fiamme Gialle, unitamente al Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata e al nucleo speciale polizia valutaria, sotto il coordinamento della procura della Dda di Reggio Calabria. Restuccia, imprenditore edile vibonese, è, ritenuto contiguo alle cosche di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi e dei Piromalli di Gioia Tauro ed è stato anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Il provvedimento eseguito si fonda sulle indagini svolte dalla Guardia di Finanza da cui sarebbe emerso che l’imprenditore era, da tempo, in affari con la ‘ndrangheta, avendo avviato ed accresciuto le sue attività grazie alla contiguità funzionale ed agli appoggi delle cosche Piromalli e Mancus,o egemoni nei rispettivi territori e confederate tra loro attraverso accordi e cointeressenze economiche, così come emergerebbe dai processi “Tirreno” e “Mediterraneo”. Il rapporto con le cosche di riferimento, risalente ai primi anni Ottanta, avrebbe sostenuto l’ascesa dell’imprenditore e favorito gli interessi dei sodalizi mafiosi, rafforzandone le capacità operative e di controllo del territorio.
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