La “metamorfosi” di Jole Santelli. Con una decisione a sorpresa, in buona parte inedita su scala nazionale nei suoi contenuti, il presidente della Regione Calabria, di Forza Italia, ha abbandonato la linea rigorista che finora ne aveva caratterizzato la gestione dell’emergenza coronavirus, e
ha dato il via libera a una “fase 2 di ripartenza” in anticipo e anche in direzione contraria alle disposizioni del Governo con un’ordinanza con cui entra in palese conflitto con Palazzo Chigi e con un numero consistente di sindaci calabresi. La svolta di Santelli è arrivata mercoledì a tarda sera, con un provvedimento del tutto inatteso, anche se la Calabria figurava nell’elenco delle Regioni a guida centrodestra che avevano firmato un documento di richiesta al governo di maggiori poteri.
“Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi
di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo”: così ha scritto Santelli in una nota ufficiale nella quale ha annunciato la firma della sua 37esima ordinanza anti-
Covid-19, ordinanza che prevede “misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale”. In sostanza, con questa ordinanza Santelli, a partire da oggi, 30 aprile, e sia pure con l’avvertenza del rispetto delle misure precauzionali già vigenti, consente “la ripresa delle attività
di ristoranti, pizzerie, rosticcerie a mezzo asporto; la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto; l’attività di commercio di generi alimentari presso i mercati all’aperto, inclusa la vendita ambulante anche fuori dal proprio Comune; l’attività di commercio al dettaglio, anche in forma ambulante di fiori, piante, semi e fertilizzanti, gli spostamenti all’interno del proprio Comune o verso altro Comune per lo svolgimento di sport individuali”. Sono misure che “parlano il linguaggio
della fiducia”, ha aggiunto Santelli, lanciando di fatto una sfida al governo e provocando però anche un autentico “terremoto” politico e istituzionale. All’attacco sono immediatamente partiti il
gruppo regionale del Pd e Pippo Callipo, leader di “Io Resto in Calabria” e sfidante di Santelli alle Regionali di gennaio, che senza mezzi termini hanno definito l’ordinanza “irresponsabile”, così come il Movimento 5 Stelle in una dichiarazione del capogruppo pentastellato in Commissione Questioni regionali al Senato, Rosa Silvana Abate, per la quale le misure di Santelli “risultano alquanto rischiose poiché aprono a situazioni di pericolo per la salute e l’incolumità dei cittadini non essendo
il coronavirus sparito dalla sera alla mattina”. E mentre il governo, a margine del Consiglio dei ministri, faceva trapelate l’intenzione di impugnare, previa diffida, i provvedimenti di Regioni come la
Calabria non allineate alle disposizioni provenienti da Palazzo Chigi, si sono fatti sentire molti sindaci calabresi, in gran parte di centrosinistra, che da subito si sono dichiarati contrari all’ordinanza di
Santelli. Da Sergio Abramo, sindaco del capoluogo di regione Catanzaro a Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, a primi cittadini di importanti città della Calabria come Paolo Mascaro di
Lamezia Terme, Flavio Stasi di Corigliano-Rossano, Mimmo Lo Polito di Castrovillari, Ernesto Alecci di Soverato, Giuseppe Ranuccio di Palmi; in tanti hanno contestato le “aperture” di Santelli informando le rispettive cittadinanze della perdurante vigenza dei Dpcm governativi e delle ordinanze comunali. A sostegno di Santelli, invece, il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, di Forza Italia
come il presidente della Regione: “Ha fatto bene Jole a riaprire subito bar e ristoranti all’aperto, anche perché -ha postato su facebook Occhiuto- in Calabria non cam- bierebbe niente con un mese di
chiusura in più”. E con il governatore si è schierata anche la Lega, con il capogruppo regionale Tilde Minasi che ha fatto “i complimenti alla presidente Jole Santelli, che con coraggio e lungimiranza
ha deciso di dare il via a una nuova fase per la nostra regione”. Quanto a Santelli, nessun segnale di ripensamento, anzi sulla sua pagina facebook il presidente della Regione in nottata ha pubblicato l’immagine di un documento nel quale si adombra un suo dietrofront, bollandolo come
“fake news”, perché “nessuna ordinanza è stata ritirata”, con tanto di hashtag #riparticalabria. A conferma di un atteggiamento ora completamente diverso, se non contrario, rispetto a quello estremamente rigido adottato fino a ercoledì sera da Santelli, che aveva gestito l’emergenza con il
“pugno duro”: il presidente della Calabria infatti è stata la prima a “chiudere” i confini territoriali per evitare il rientro di massa dei calabresi bloccati al Nord, ha “isolato” ben 15 Comuni perché pericolosi
“focolai” di coronavirus, si è scontrata con il governo in più occasioni, l’ultima in relazione al possibile transito di migranti dalla Sicilia. Una linea di rigore che Santelli ha assunto fin da subito,
fondata sulla consapevolezza della difficoltà del sistema sanitario della Calabria, commissariato da 10 anni, ad affrontare un incontrollato diffondersi del coronavirus: misure drastiche e anche draconiane
che probabilmente hanno consentito alla Calabria di resistere all’attacco del Covid-19, al punto da far meritare a Santelli la citazione sul “New York Times” e su altri organi di informazione stranieri. Misure drastiche che però, ora, Santelli ha evidentemente deciso di riporre in un cassetto.
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