“Chiediamo umilmente scusa. Siamo coscienti che il Movimento 5 Stelle ha perso in Calabria un importante consenso elettorale e che non siamo riusciti ad entrare in Consiglio regionale. Abbiamo commesso tanti sbagli, intanto riguardo al decreto Calabria. Inoltre, a causa di individualismi interni spesso prevalenti sul ‘noi’ e sui princìpi del Movimento, non abbiamo saputo fare gioco di squadra: sia con la base, sia nel portare avanti le battaglie storiche su ambiente, beni comuni e sanità pubblica, sia per cambiare passo nella nostra regione”. Lo scrivono in una lettera aperta ai calabresi i parlamentari M5S Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela che nella missiva tracciano la rotta politica per superare l’emergenza economica e sanitaria che rischia di travolgere la Calabria.
“Ripartiamo dall’umiltà” si legge in apertura del documento che inizia con un atto di “pentimento” rispetto al risultato delle Regionali ( in Calabria i Cinquestelle non hanno nessuna rappresentanza in Consiglio) e alla gestione della sanità. “Dagli errori, però, si impara, si cresce e – proseguono i parlamentari – si riparte con determinazione, coscienza, progetto. Ci avete eletto parlamentari e questo ci carica di grande responsabilità. Perciò – continua la lettera – sentiamo l’obbligo morale di rispondere al disperato ‘urlo’ di aiuto del popolo della Calabria”.
Nella lettera, un vero manifesto programmatico, i quattro parlamentari del Movimento 5 Stelle assicurano: “Con il cuore e la passione è nostra intenzione avanzare proposte concrete e ove necessario in ogni modo criticare, pur non essendo in Consiglio regionale, l’operato della giunta e della maggioranza Santelli e di tutta la politica, continuando a denunciare eventuali abusi, ritardi, omissioni e ingiustizie; ricevere ogni istanza per garantire una forte presenza politica in Calabria; sollecitare il governo sulle iniziative essenziali per rispondere dell’emergenza sociale ed economica; chiedere conto e insistere rispetto all’erogazione degli aiuti previsti”. Gli stessi parlamentari promettono anche di “avviare un colloquio con le organizzazioni sindacali e datoriali per sveltire l’iter delle procedure di cassa integrazione; predisporre, sulle base delle notizie pervenute, informative al governo per i casi di particolare difficoltà; studiare misure specifiche al fine di rendere il Servizio sanitario un bene pubblico fondamentale (alcune già in cantiere, come la cessazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, la ridefinizione degli standard ospedalieri, il ritorno allo Stato della potestà legislativa sulla sanità, la creazione dell’Agenzia nazionale della Salute e la salvaguardia dell’ambiente per la tutela della salute e la prevenzione delle epidemie virali)”.
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