Tredici persone, fra cui consiglieri regionali e comunali e amministratori della città metropolitana
di Reggio Calabria, sono indagate nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dda reggina ed eseguita ieri dai Carabinieri del comando provinciale della città dello Stretto che hanno anche dato esecuzione a un decreto che dispone l’amministrazione giudiziaria per le società Avr spa e ASE -Autostrade service-Servizi al territorio spa, entrambe con sede legale a Roma, oltre che il controllo giudiziario perla Hidro Geologic Line s.a.s. di Natale Marrara con sede legale a Reggio Calabria. Contemporaneamente i militari dell’Arma hanno notificato un avviso di conclusione di indagini
preliminari nei confronti di tredici indagati, in particolare di due dipendenti dell’Avr per il delitto
di concorso esterno in associazione mafiosa, di otto amministratori appartenenti al Comune di Reggio Calabria, al Consiglio comunale, alla Città Metropolitana, al Consiglio regionale ed ex provinciale, al Comune di Taurianova, tutti indagati a vario titolo, in concorso con l’amministratore delegato ed altri responsabili della società, per avere esercitato indebite pressioni al fine di ottenere l’assunzione di personale segnalato, e per avere posto in essere atti di corruzione per l’esercizio della funzione o per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio allo scopo di agevolare la società nei rapporti con la pubblica amministrazione controllante al fine di ricevere indebite utilità. Entrambi i provvedimenti
hanno alla base le indagini svolte nei confronti degli amministratori della Avr spa e avrebbero
consentito di accertare rapporti fra la società e imprenditori legati a cosche di ‘ ndrangheta oltre
che con amministratori pubblici in un contesto di relazioni di scambio reciproco finalizzato ad
assicurare a tutti i protagonisti varie utilità. Fra i tredici indagati, destinatari di avvisi di conclusione
delle indagini. figurano due dipendenti dell’Avr per il delitto di concorso esterno in associazione
mafiosa, otto amministratori appartenenti al Comune di Reggio Calabria, al Consiglio comunale,
alla Città Metropolitana, al Consiglio regionale ed ex provinciale, al Comune di Taurianova, indagati, a vario titolo, in concorso con l’amministratore delegato ed altri responsabili della società, per avere esercitato indebite pressioni al fine di ottenere l’assunzione di personale segnalato, e altri funzionari per avere posto in essere atti di corruzione per l’esercizio della funzione o per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio allo scopo di agevolare la società nei rapporti con la pubblica amministrazione. L’Avr gestisce il ciclo integrato dei rifiuti per il comune di Reggio Calabria, oltre che per diversi comuni della provincia, attraverso la raccolta porta a porta, il trasporto, il trattamento, il recupero dei rifiuti e la pulizia del suolo, e la rete stradale della Città Metropolitana di Reggio Calabria, oltre a essere aggiudicataria dell’appalto per la costruzione della strada Gallico–Gambarie,
particolarmente importante per le ricadute turistiche sul territorio reggino. L’operazione è stata chiamata in codice “Helios”. Le indagini svolte dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria avrebbero fatto emergere la sussistenza di una pluralità di rapporti “di stabile ed oggettiva agevolazione” tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della Avr S.p.a., operanti in provincia di Reggio Calabria ed imprenditori appartenenti o collegati alle cosche della ‘ndrangheta collusi. Sarebbe stato accertato, in particolare, che imprese riferibili all’associazione
criminale ed operanti nei mandamenti Tirrenico e Ionico sono state agevolate attraverso l’affidamento e l’esecuzione di opere, nel ramo d’azienda dedicato al settore edile e manutentivo,
consentendo all’Avr di poter operare anche con il gradimento delle cosche. Anche in relazione
all’esercizio del ramo di azienda dell’Avr operante nel settore del ciclo dei rifiuti e della pulizia
del suolo, è stata riconosciuta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio
Calabria l’agevolazione degli interessi di alcune storiche cosche di ‘ndrangheta, egemoni nel territorio
cittadino ed inserite tradizionalmente in questo importante segmento economico. In questo
contesto peraltro, il Tribunale ha dato atto di un ulteriore elemento di condizionamento dell’attività
della Avr, riconducibile non direttamente all’infiltrazione mafiosa bensì all’instaurazione di molteplici rapporti di scambio con amministratori pubblici infedeli, funzionali, da un lato, ad assicurare a loro svariate utilità ed interessi privati, compresa l’acquisizione del consenso elettorale mediante la prassi delle richieste di assunzione e di gestione clientelare delle politiche aziendali, e dall’altro ad assicurare alla società un ampliamento dei profitti attraverso l’allentamento dei controlli sul suo operato. Tra
le fonti di prova acquisite, le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e intercettazioni
che avrebbero confermato quanto emerso in precedenti inchieste sulle ingerenze della criminalità
organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti nella provincia di Reggio Calabria.
Tra i tredici indagati anche la Catalfamo e Neri
Consiglieri comunali, metropolitani, provinciali, regionali, chiedevano più o meno “insistemente” favori e assunzioni all’Avr. E’ questo il quadro che emerge dalle indagini dell’operazione Helios,
che ieri ha visto i Carabinieri di Reggio Calabria notificare l’avviso di conclusione indagini a 13 persone, otto delle quali amministratori pubblici locali. L’attuale assessore regionale Domenica Catalfamo, nella qualità di dirigente pro tempore del settore viabilità della Città Metropolitana nonché rup dei lavori del progetto della Gallico-Gambarie, è indagata per associazione per delinquere finalizzata allo scopo di commettere una pluralità di delitti contro la pubblica amministrazione e inoltre è accusata in concorso di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto
contrario ai doveri d’ufficio. Avrebbe chiesto – secpndo gli inquirenti – due auto con autista per la festa del diciottesimo compleanno della figlia, una sistemazione abitativa a Milano per la figlia dell’allora presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, e il trasporto a casa di un tapis roulant con personale e mezzo dell’Avr. Per concussione è indagato l’ex consigliere regionale Giovanni Nucera, recentemente transitato nel Pd, il quale avrebbe fatto pressioni indebite per ottenere l’assunzione di un lavoratore presso la società Autostrade Servizi spa, dello stesso gruppo di Avr. Induzione indebita a dare o promettere utilità è l’accusa per il vice sindaco di Reggio Calabria, Armando Neri, che avrebbe esercitato pressioni per il rinnovo di un contratto a un lavoratore di Avr. Stessa accusa per l’ex sindaco di Taurianova, Fabio Scionti, che avrebbe pressato per ottenere l’assunzione di due lavoratori da lui stesso “segnalati”. Con l’accusa di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità sono indagati anche, per fatti distinti, il consigliere metropolitano Antonino Castorina (attuale capogruppo Pd in consiglio comunale) e l’assessore comunale all’ambiente Giovanni Muraca. Ci sono infine le pressioni per un incarico migliore a favore dei congiunti, come nel caso dei consiglieri comunali Filippo Quartuccio (Democratici per Reggio Calabria) e Rocco Albanese (Pd), il primo accusato di tentata concussione per aver chiesto un incarico di maggior prestigio per il proprio padre,
già dipendente Avr, il secondo accusato di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità per avere chiesto un incarico di maggiore prestigio per il figlio, anch’egli già dipendente Avr.
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