Una vasta operazione è stata condotta della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per l’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di elementi di spicco delle famiglie Mommoliti e Giorgi di San Luca e di altri soggetti della Locride e della Piana di Gioia Tauro, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Gli investigatori del Commissariato di Siderno e della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati dai Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Scoperti bunker nelle abitazioni di alcuni arrestati. All’operazione prendono parte circa 100 agenti della Polizia di Stato.
Sono 14 le persone raggiunte da misura cautelare nell’ambito delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotte dal Commissariato di Siderno e dalla Squadra Mobile nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Uno dei destinatari, che stanotte non era stato trovato ed era attivamente ricercato insieme a un secondo indagato, è stato catturato durante la conferenza stampa degli inquirenti e il suo arresto è stato reso noto “in diretta” dal capo della Mobile, il primo dirigente Francesco Rattà e dal dirigente del commissariato di Siderno, Antonino Cannarella. Le indagini – sotto le direttive del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dei sostituti Diego Capece Minutolo e Alessandro Moffa – erano iniziate per la cattura del latitante Rocco Mammoliti (arrestato nei Paesi Bassi dalla Polizia Olandese il 9 giugno 2016 ed estradato in Italia il 18 agosto dello stesso anno), ed hanno dimostrato l’esistenza, nell’area ricompresa tra Bovalino, Careri e altri comuni della Locride, di un’articolata organizzazione criminale, con sbocchi in Puglia e Sicilia, finalizzata alla commissione di delitti in materia di sostanze stupefacenti. La droga veniva confezionata sotto vuoto e trasportata in vani realizzati da meccanici di fiducia all’interno di autovetture, cui era possibile accedere tramite telecomandi che facevano scattare l’apertura elettronica.
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