“Esprimo la mia solidarietà ai finanzieri rimasti feriti e il mio cordoglio per le vittime della tragedia di ieri nel mare di Crotone, che è costata la vita a tre poveri migranti, e ricordo a tutti che, proprio per dare dignità alla morte di queste persone, povere e sfortunate, che cercano di arrivare nel nostro Paese e in Europa fuggendo da guerre, persecuzioni e miseria, alla ricerca di una vita migliore e dignitosa, si sta realizzando, a Tarsia, in un luogo fortemente simbolico, vicino l’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, il Cimitero internazionale dei Migranti, i cui lavori, fermi per colpa del Covid, presto riprenderanno per poter ultimare questa grande opera umanitaria, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore di questa grande opera di Civiltà, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da 7 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. “Purtroppo – aggiunge – le tragedie dei poveri migranti continuano, tra morti in mare, nei drammatici naufragi, e disgrazie come quella di ieri nel mare di Crotone. Per questo è assolutamente importante e urgente la realizzazione e ultimazione del Cimitero dei Migranti. Perché a questi essere umani, così sfortunati, un Paese civile ha il dovere di dare almeno una sepoltura dignitosa e non invece disperdere questi corpi, quasi tutti senza nome, seppellendoli, con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri, calabresi e siciliani, che di fatto ne cancellano, in questo modo, ogni ricordo e riferimento per i loro familiari dei lontani Paesi del mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera, continua Corbelli. Per questo, insieme al sindaco Roberto Amoruso e all’ex Presidente della Regione, Mario Oliverio, abbiamo voluto che a Tarsia, in questo luogo simbolico di prigionia, durante la guerra, ma anche di grande umanità, perché nell’ex Campo di Ferramonti nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza, sorgesse il Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria al mondo legata alla tragedia dell’immigrazione”.
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