Sono da anni al centro del dibattito, che continuano ad accendere ed infiammare. Un dibattito perso, per le criptovalute, che pure sopravvivono in attesa del grande salto in avanti che le trasformi in parte integrante della vita quotidiana delle persone. In alcuni ambiti hanno introdotto indubbie agevolazioni, reso più fluidi e funzionali le transazioni, aumentato il valore della singola valuta. Altre volte, invece, hanno prodotto delle preoccupazioni che hanno spinto gli esperti di Gaming Insider ad avanzare alcune lecite supposizioni.
Le criptovalute nascondono delle oscurità dietro di sé, tutte emerse peraltro nel report GAFI, il gruppo di azione finanziaria. Con una premessa tanto eloquente quanto chiara: le criptovalute favoriscono, con una serie di assist, l’infiltrazione criminale nel mondo della finanza. Il primo punto considerato è quello dell’anonimato: se da un lato gli asset virtuali garantiscono una velocità maggiore nei pagamenti, dall’altro vanno ad attirare grandi frange del crimine organizzato. Riciclaggio, frodi, contrabbando, crimini finanziari e giù di lì. L’obiettivo del GAFI è quello di individuare alcuni indicatori che potrebbero far pensare ad attività criminali per via di criptovalute. Alcuni fattori importanti riguardano tutte quelle caratteristiche che possono aumentare l’anonimato, come i siti web di scambio alla pari, i cosiddetti “peer to peer”. Molti si sono già armati, in tanti Paesi, per far fronte ai rischi delle criptovalute. Comparse per la prima volta nel 2010, col poker.
Si trattava, per l’epoca, di sistemi parecchio rudimentali. Ad oggi il valore dei “bitcoin” ha superato i dieci milioni.
In Italia, questo aspetto come funziona? C’è da fare qualche distinzione, soprattutto se si parla di gioco. Come chiarito giustamente da Gaming Insider, esiste una filiera del gioco legale ed un’altra illegale. La prima riceve una licenza regolare rilasciata dai Monopoli di Stato; i secondi, invece, sono sprovvisti del necessario.
Proprio qui il rischio di giocare con la criptovaluta è alto ed alta è la possibilità di infiltrazione del crimine organizzato. Nei casinò online, in genere, i bitcoin non sono ammessi. Ma alcuni di questi presentano la possibilità di pagare con dei wallets che supportano gli asset virtuali. Giocare con la criptovaluta è un rischio, però, in termini di guadagno. Il valore di questa “moneta” è soggetto a delle oscillazioni tanto forti quanto frequenti. Il guadagno può essere spesso una perdita, o se non altro inferiore a quanto pronosticato all’inizio.
Ad oggi l’argomento è generalmente considerato un tabù, se non in pochi contesti. In Gran Bretagna, per esempio, la criptovaluta nell’azzardo è più frequente. Se si sceglie di giocare nel momento giusto, in alcuni siti è possibile effettuare la giocata. Per le scommesse sportive anche ma gli allarmi più urgenti arrivano dall’Asia. Stando all’Asian Football Confederation, con il propagarsi della criptovaluta è in aumento anche l’azzardo illegale. Così come quello delle manifestazioni sportive truccate, su tutte le partite di calcio. Dal 2013, stando ai dati, il fenomeno è in calo ma il trend impenna con l’introduzione delle criptovalute.
Il gambling abusivo, in Asia, nei Paesi come Cina e Bangladesh, è un affare da circa 400 miliardi di dollari.