Si stima siano circa 50.000 le persone che in Calabria soffrono di depressione maggiore, la forma più grave e invalidante della malattia. A causa della malattia, nella Regione 3,8 residenti ogni 100.000 abitanti hanno ottenuto una prestazione previdenziale per invalidità o inabilità nel 2015, con un costo pari a circa 9.500 euro a persona.
Allarme degli esperti: “Nell’ultimo anno la pandemia da SARS-CoV-2 ha spostato l’attenzione sulle malattie infettive, ma una delle ricadute più drammatiche è proprio quella sulla salute mentale con un aumento dei tassi di depressione e suicidio”. Sono 4 mila le persone che in Calabria non rispondono ai trattamenti per la depressione maggiore.
Fa tappa in Calabria il percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda “Uscire dall’ombra della depressione”, con il patrocinio della Regione Calabria, delle società scientifiche SIP – Società Italiana di Psichiatria e SINPF – Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, di Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, e con il contributo incondizionato di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson&Johnson: Istituzioni e rappresentanti locali a livello medico, assistenziale e sociale si incontrano, in modalità virtuale, per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate.
Catanzaro, 6 novembre 2020 – Il periodo di isolamento sociale dovuto all’emergenza coronavirus ha portato alla luce il delicato tema della salute mentale, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di un’emergenza Covid-19 anche psichica, data dall’aumento di disturbi quali ansia e depressione. Quest’ultima è riconosciuta come prima causa di disabilità a livello mondiale e riguarda circa 3 milioni di italiani, di cui circa 1 milione soffre della forma più grave, la depressione maggiore.
Considerando solo la Calabria, dai dati Istat si stima che circa 50.000 calabresi soffrano di depressione maggiore, di cui quasi 4.000 non rispondono ai trattamenti, secondo la rielaborazione su base regionale dei dati dello studio epidemiologico italiano Dory, volto a identificare, attraverso un’analisi di database amministrativi, i pazienti affetti da depressione resistente.
“La Depressione si avvia a diventare entro il 2030 la prima causa di disabilità al mondo, prima delle malattie cardiovascolari e di quelle oncologiche”, spiega Pasquale De Fazio, Professore Associato di Psichiatria, Università Magna Graecia di Catanzaro, Direttore U.O. di Psichiatria, A.O.U. Mater Domini di Catanzaro. “Affrontare compiutamente la depressione significa, in questo momento, disporre non solo, delle adeguate conoscenze e competenze ma anche delle necessarie risorse, umane, economiche, gestionali. Se questi problemi sono veri globalmente in Italia, in Calabria la situazione è ancora più grave. La regione è in piano di rientro da anni e come conseguenza diretta le ASP hanno destinato poche risorse alla Salute Mentale. L’assistenza psichiatrica è stata via via impoverita dal progressivo svuotamento dei servizi psichiatrici in termini di organici. Nell’ultimo anno la pandemia da SARS-CoV-2 ha spostato l’attenzione sulle malattie infettive, ma una delle ricadute più drammatiche è proprio quella sulla salute mentale con un aumento dei tassi di depressione e suicidio. È quindi importantissimo svolgere una attività di diffusione della conoscenza e di sensibilizzazione della società civile sul problema della depressione nella speranza di essere davvero ascoltati dalla politica e dalle istituzioni”.