“Le prossime festività natalizie ci trovano ancora coinvolti in una situazione sanitaria preoccupante e seria. La pandemia, in corso ormai da mesi, ha attraversato quest’anno che volge al termine, scombinando abitudini e mettendo in discussione convinzioni che sembravano ormai radicate in ciascuno, sia livello sociale sia a livello ecclesiale”. Lo scrivono i vescovi calabresi in una lettera aperta inviata ai presbiteri e ai fedeli dal titolo “Incontro al Natale del Signore – Lo contempliamo nei suoi misteri”. “Nel contesto dell’attesa della celebrazione del Natale del Signore, noi Vostri Vescovi avvertiamo la responsabilità di continuare a mantenere vivo il senso autentico dello spirito cristiano. Lo facciamo – scrivono i presuli – senza sottrarci alle leggi civili che, in questo contesto pandemico, sono state previste per il bene della collettività. Ma siamo anche ben convinti, che l’obbedienza alle leggi dello Stato come buoni cittadini, possa essere inglobata all’osservanza delle norme liturgiche che, provenienti dalla sapienza e dalla tradizione della Chiesa, ci permettono di viverne pienamente lo spirito, non da meri esecutori di rubriche, bensì con l’inserimento pieno nelle fede vissuta dalla Chiesa”.
Il Natale è stato “considerato strettamente legato alla Pasqua”, – scrive ancora la Conferenza episcopale calabra – “quasi una sua anticipazione, il suo punto di partenza” e “proprio a partire dalla venuta di Cristo, questo tempo si trasforma in un kairòs, cioè in una speciale grazia”. I vescovi ricordano anche che “la Chiesa, come madre e maestra, per aiutare i fedeli ad entrare meglio nel mistero della nascita di Gesù, nella solennità del Natale ha quattro formulari per la Celebrazione Eucaristica”. Sono quelli della Messa vespertina nella vigilia, della Messa nella notte, della Messa dell’aurora e della Messa del giorno.