È ritornato sui banchi del Consiglio regionale Domenico Tallini (Forza Italia), l’ex presidente dell’Assemblea legislativa che era stato sospeso dalla carica dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Farmabusiness” della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Tallini, indagato per concorso esterno e per voto di scambio politico-mafioso, era stato posto agli arresti domiciliari il 19 novembre scorso: il 17 dicembre, tuttavia, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato la misura cautelare, disponendo la liberazione di Tallini, che adesso può così riprendere il suo posto di consigliere regionale. A richiamare in aula Tallini è stato il presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, in apertura della seduta odierna.
“Sono lontano anni luce dagli ambienti criminali, disprezzo la ‘ndrangheta che considero la principale causa di arretratezza della nostra terra”. Lo ha detto il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Tallini, ex presidente dell’Assemblea, intervenendo nella seduta consiliare odierna dopo il suo ritorno tra i banchi dell’aula: Tallini, sospeso dalla carica e dimessosi da presidente del Consiglio regionale dopo essere stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Farmabusiness” della Dda di Catanzaro, è stato reintegrato nell’Assemblea alla luce del provvedimento del Tribunale del Riesame di Catanzaro che, il 15 dicembre, ha annullato la misura cautelare a suo carico.
“Non è facile per me – ha esordito Tallini – prendere la parola in quest’aula, anche se supero la commozione e l’emozione e tutto quello di sentimentale può sopraggiungere dopo le tristi vicende che mi hanno riguardato, e che mi hanno lasciato un segno profondo con effetti devastanti nel fisico e nella psiche, avendo toccato la mia persona e la mia dignità, ma anche gli affetti più cari. Una vicenda surreale, un brutto incubo, un film dell’orrore che non auguro a nessuno di vivere. Ma nemmeno la drammaticità e l’assurdità di questi eventi – ha proseguito il consigliere regionale – hanno annullato la mia ferma volontà di difendermi da accuse infamanti e e al contempo senza fondamento. La difesa della mia onorabilità è oggi la mia principale ragione di vita, a cui dedicherò ogni energia, lo devo alle migliaia di persone che mi hanno onorato del loro voto e anche a voi colleghi che mi avete dato fiducia chiamandomi a presiedere questa assemblea”.